Not My Terminus - Every Breath You Take

Catlyn Cohen

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    Not My Terminus: Every Breath You Take



    Catlyn Cohen Cat
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    ↘ Coraggioso non è chi non ha paura, ma chi pur avendo paura va avanti.



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    Part One: Conosci i tuoi amici....



    Cat, Cat... sveglia piccola, su non è niente, passerà presto!
    Non riuscivo nemmeno ad aprire gli occhi, o forse una parte di me si rifiutava di farlo perché troppo spaventata da ciò che mi aspettava al mio risveglio.
    Il ricordo di ciò che mi era successo mi travolse come un'onda anomala, riaccendendo il dolore alla testa da cui stavo inconsciamente cercando di proteggermi.
    Dovetti sbattere le palpebre un paio di volte prima di riuscire a mettere a fuoco il volto di colui che stava cercando di riportarmi nel mondo dei vivi.
    D-dove siamo? Che c'hanno fatto? chiesi subito, confrontandomi a malincuore con l'amara realtà, perdendomi negli occhi compassionevoli del ragazzo.
    Il luogo era buio e puzzava di chiuso, oltre a diversi altri tipi di odori sulla cui natura preferii non indagare ulteriormente, non il peggiore tra i tanfi a cui l'apocalisse ci aveva abituato.
    Mi misi seduta, constatando che il ragazzo doveva avermi tenuta tra le sue braccia e poggiata sulle sue gambe fino a quel momento, Logan era sempre così accorto nei miei confronti che a volte pensavo realmente di non meritarmi tutte le sue attenzioni, anche se tutto sommato non mi dispiacevano per niente. Iniziai a guardarmi in giro, scorgendo nell'ombra le sagome di alcune altre persone, ammucchiate alla rinfusa lungo le pareti di quell'esiguo vano. Subito i miei occhi si posarono sull'unica altra figura che riconobbi li dentro... John Keaton, stessi occhi e stesso sorriso incantatore del figlio...

    * * * * *


    Avevo conosciuto padre e figlio quasi un mese prima, li avevo "raccolti" dal ciglio della strada, stanchi, sudici ed affamati... avevo offerto loro parte delle poche razioni alimentari che mi erano avanzate durante il viaggio che avevo intrapreso nel disperato tentativo di ritrovare mio fratello Matt, da cui ero stata separata per mano di un gruppo di sopravvissuti malintenzionati e violenti.
    John era un ex professore di letteratura alla Emory University, uomo di cultura e fervida quanto appassionata inventiva, mentre suo figlio Logan era un neo laureando di medicina che sognava semplicemente di aiutare la gente, grazie alla sua curiosità e tenacia nella ricerca.
    Erano stati un'ottima compagnia nel corso di quelle ultime settimane, nonostante la mia iniziale malfidenza... ero stata sola con mio fratello per diverso tempo prima che quei vigliacchi lo catturassero, secondo John era assolutamente normale che io ne fossi uscita un po' sfiduciata.
    Nonostante tutto quei due erano poco alla volta riusciti a farsi strada nel mio cuore... ammiravo il più anziano per la sua maturità e per il suo intenso fascino da uomo di cultura, era riuscito a trovare risposte ad ogni mia domanda, tranne ovviamente a quelle che più tormentavano il mio animo di sopravvissuta: Che fine farà l'umanità? Com'è iniziato tutto questo? Di cosa si tratta?
    Logan preferiva chiamarla "epidemia", era convinto che presto qualcuno avrebbe trovato una cura a quell'orrore e ci avrebbe salvati tutti quanti, per me invece continuava ad essere una maledizione, una rivincita della natura su un'umanità indegna di abitare questo pianeta. Ad ogni modo tendevo ad assecondare il ragazzo, non sarei stata di certo io a minare la sua fede nella scienza, senza contare che in qualche modo Logan era riuscito a riaccendere lo stoppino ormai incenerito della mia speranza...
    E non solo quella... con la sua esuberanza e la sua dolcezza si era assicurato una fetta ben più ingente del mio cuore, nonostante la mia riluttanza a lasciar andare Gerry, ma questo era un capitolo della mia vita che non avrei fatto leggere mai a nessuno...

    * * * * *


    Ci hanno rinchiusi in questo container dopo... dopo quello che ti hanno fatto, eri fuori combattimento, ci siamo arresi, non potevo abbandonarti qui, anche presupponendo che saremmo riusciti a fuggire...
    Leale e sciocco Logan, i suoi sentimenti nei miei confronti erano talmente puri che facevano quasi impallidire quelli del suo stesso padre, che mi aveva accolta sotto alla sua ala protettiva al pari di una vera e propria figlia... di fatto John nutriva una fede così salda che avrebbe aiutato anche l'ultimo dei farabutti, quindi non era un paragone che faceva testo..
    In quelle settimane avevamo formato un'ottima squadra, persino dopo che la mia auto ci aveva lasciati a piedi. La benzina non era più così facile da trovare, la maggior parte dei distributori incontrati nel corso del nostro vagare, erano già stati saccheggiati da altri sopravvissuti a noi ignoti. Per questo ci eravamo trovati costretti a proseguire le nostre ricerche di rifornimenti a piedi, cosa che ci aveva portati ad incappare in un cartello che ci indirizzava a seguire i binari in direzione di questo "Terminus", assicurandoci che li avremmo trovato rifugio e sostegno...
    Io ed il professor Keaton eravamo inizialmente un po' scettici a riguardo, ma alla fine ci eravamo fatti contagiare dall'entusiasmo di Logan che, animato di nuova speranza, aveva iniziato ad illudersi di poter avere una nuova vita in quel posto, molto probabilmente con me al suo fianco.
    Era così iniziato il nostro cammino lungo i binari, un percorso che giorno dopo giorno aveva fatto riemergere un po' della mia perduta fede nell'umanità... non che avessi molta possibilità di scelta insieme a tali compagni di viaggio.
    Non sapevamo bene cosa aspettarci, ma il giovane dottore era fermamente convinto che questo "Terminus" fosse un porto sicuro, probabilmente un centro di raccolta sovvenzionato e controllato in qualche modo da uno dei centri di ricerca della Georgia... una nuova opportunità per ricominciare...
    Non c'aveva messo molto a convincermi, se il mio animo non fosse già stato tanto bisognoso di una nuova speranza, sarebbe stato il suo motivo a spingermi a credere che avremmo trovato rifugio e salvezza in quel posto... John necessitava di cure mediche, per quanto facesse di tutto per non far pesare la cosa, le sue scorte d'insulina iniziavano a scarseggiare, aveva già avuto diverse crisi ipo-glicemiche nelle ultime settimane, ma eravamo fortunatamente riusciti a tenerle sotto controllo. Quell'uomo era ormai diventato come un membro della mia famiglia, esattamente come suo figlio seppur in modo diverso e io avrei fatto di tutto per aiutarli.
    Ebbene si, alla fine avevo ceduto, ero crollata come un palazzo in demolizione tra le sue braccia... non mi restava più nulla della mia vecchia vita, perché avrei dovuto privarmi di quelle poche parentesi di gioia che il ragazzo riusciva a donarmi? Per paura di soffrire? Di perderlo? Ormai la sofferenza e la perdita erano all'ordine del giorno, tanto valeva godersi quel poco che avevamo, fintanto che potevamo...

    * * * * *


    Ma era stato un errore... era solo colpa mia se erano finiti in quel guaio insieme a me, se solo non avessi ceduto alle sue attenzioni, se solo non avessi corrisposto i suoi sentimenti, a quest'ora Logan e John sarebbero in salvo, lontani da quell'incubo.
    Prima di essere colpita e svenire avevamo intravisto una possibile via di fuga, avrebbero potuto semplicemente lasciarmi li e raggiungere la salvezza e invece... eccoci li, tutti e tre rinchiusi in quel vano...
    Dovevate scappare Logan, tuo padre ha bisogno di cure... sbuffai frustrata dal suo altruismo.
    Non dire cazzate Cat, non potevo lasciarti qui e nemmeno papà! mi rispose quasi alterato Ne usciremo, te lo prometto, e troveremo un altro posto, un'altra speranza... aggiunse cercando le mie labbra.
    Mi scostai in preda alla frustrazione e alla tristezza, ma il ragazzo non intendeva sentire ragioni, mi prese il viso tra le mani, costringendomi ad uno di quei baci che nelle ultime settimane erano riusciti suo malgrado a riaccendere le mie speranze.
    E troveremo anche tuo fratello.... aggiunse John con un borbottio sommesso, facendo traballare la mia dignità al punto che le lacrime iniziarono a scendere lente e dolorose, bagnando le dita del ragazzo che, anziché vacillare di fronte alla mia debolezza, sembrò persino più determinato nel portare a termine la sua impresa di portarmi fuori da li.


    Part Two: ...ma soprattutto i tuoi nemici.



    E come farete? Non riuscirete nemmeno ad uscire vivi da qui, nessuno di noi ce la farà! borbottò una voce dura e roca proveniente da un buio angolo del container. Ne ho visti troppi venir trascinati fuori da quella porta, nessuno di loro è mai tornato e qualcosa mi dice che non è per liberarci che ci lasciano uscire...
    Scrutai nell'ombra, finché non individuai la scarnita figura di un uomo sulla quarantina o forse più, con chiari capelli lisci, piuttosto lunghi e sporchi, ed una ruvida barba particolarmente incrostata intorno alle labbra.
    Piantala Wren, non serve che tu infranga tutte le nostre speranze, sono tutto ciò che abbiamo per trovare la forza di provare a combattere! gli fece eco un'altra voce proveniente dalla parete opposta. Forse più giovane o forse solo più determinato a sopravvivere, un altro uomo si ergeva imponente nelle sue logore vesti mimetiche, la pelle così scura da non riuscire a distinguerne i lineamenti del viso nell'ombra del vano, e spalle così piazzate da apparire ai miei occhi come l'invincibile sagoma di un supereroe della Marvel.
    Sei un illuso Art... o forse hai solo paura di essere il prossimo?

    * * * * *

    La diatriba tra i due proseguì per diversi minuti finché il "militare" non perse le staffe ed attaccò l'altro, subito fermato da Logan e da un altro ragazzo a cui ancora non avevo prestato attenzione.
    Fanno sempre così, non ti devi preoccupare... piacere io sono Janel e lui è mio marito Travis. Catlyn vero? Ti senti meglio..? Ho temuto che al tuo ragazzo venisse una crisi epilettica quando vi hanno sbattuti qua dentro e tu non ti svegliavi...
    Una ragazza all'incirca della mia età si era avvicinata silenziosamente al mio fianco, indossava degli occhiali dalla montatura rettangolare, con una lente chiaramente rotta, aveva un sorriso dolce e a tratti contagioso nonostante la situazione in cui ci trovavamo.
    Io.. Lui no... cioè credo... si, mi chiamo Catlyn... bofonchiai indecisa ed incerta sul reale rapporto tra me ed il ragazzo. Alla fine decisi che non m'importava più di chiarire la cosa, non sapevo nemmeno quante ore di vita avevo davanti, figuriamoci se le mie sorti sarebbero cambiate se avessi detto a Janel che non era propriamente il mio ragazzo...

    * * * * *

    Mi raccontò che lei ed il marito erano arrivati a Terminus alcuni giorni prima, li avevano accolti con tutti i crismi, li avevano sfamati e gli avevano mostrato alcune zone in cui lavoravano altri sopravvissuti, poi d'improvviso li avevano imprigionati.
    Esattamente come era successo a noi, Mary, la donna che avevo additato come la cuoca del posto, ci aveva dato dei piatti ricolmi di cibo non appena avevamo messo piede li dentro, era da così tanto tempo che non facevamo un pasto decente che non ci eravamo fatti ripetere l'invito, divorando quel buon cibo ancora caldo in piedi e sospettosi come animali.

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    Poi un certo Alex ci aveva obbligato a mostrargli le nostre armi... non eravamo molto ben equipaggiati, quindi la perquisizione era durata poco e mi ero stupita parecchio quando ci avevano rimesso in mano tutta la nostra roba, sembrava quasi volessero conquistare la nostra fiducia e, dovevo ammetterlo, ci erano quasi riusciti.
    Quel tizio ci aveva portati a visitare i locali comuni di Terminus, notai con piacere che li avevano trovato rifugio diversi sopravvissuti, meno di quanto avrei sperato, ma era pur sempre un inizio. Avevano persino trovato il modo di trasmettere un comunicato radio.

    "Seguite i binari finché tutte le linee non s'incontrano.
    Ci sono mappe agli incroci per guidarvi lungo il vostro cammino.
    Rifugio per tutti - Comunità per tutti.
    Quelli che arrivano sopravvivono.
    Terminus
    Rifugio per tutti - Comunità per tutti.
    "

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    Sembrava davvero un sogno, dopo tutta quella sofferenza e quella paura, finalmente un'oasi felice... questo almeno fino a quando delle grida disperate avevano rotto il silenzio del luogo, mettendoci subitamente in allarme.
    Ci era bastato un rapido sguardo tra noi, dopo il quale avevamo iniziato tutti e tre a correre in cerca di una via di fuga, ma con quei nuovi occhi Terminus sembrava più una prigione che un luogo di salvezza, alte reti circondavano l'intera struttura, controllate a vista da una decina di uomini armati.

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    Ci eravamo infilati in ogni nascondiglio possibile per sfuggire ai loro proiettili, alla fine avevamo individuato una possibile via di fuga, ma un ragazzo mi aveva raggiunta braccandomi con lo stesso impeto di un giocatore di football.
    Ricordo di aver dubitato del fatto che saremmo riusciti ad uscire illesi da li, ma sapevo che dovevamo tentare il tutto per tutto, il sogno si era trasformato in un incubo, ci sparavano addosso e chissà che altro ci avrebbero fatto se ci avessero catturato... mentre cadevo a terra sotto al peso di quel bastardo lasciai tutte le mie speranze, sorridendo come una sciocca nel vedere John a due passi dal varco, dalla salvezza. Poi ero stata costretta a combattere, o quanto meno a provarci, ero riuscita a far un taglio al braccio del mio aggressore, ma ero perfettamente consapevole che poco potevo fare esile com'ero, contro un uomo grosso almeno il doppio di me, ciò nonostante, piena di orgoglio non mi ero arresa neppure dopo esser stata disarmata... sentivo ancora il sapore del suo sangue in bocca e il fischio delle sue urla mentre cercava di liberare la mano dai miei denti, poi non ricordavo più nulla...
    Dov'essere stato in quel momento che mi aveva tramortita, cosa che aveva riportato Logan e John sui propri passi per cercare di soccorrermi... o qualsiasi altra cosa fosse successa, preferivo non sapere....

    * * * * *

    Erano trascorse ore, non sapevo dire quante, ma la già scarsa luce che filtrava dal portellone era diminuita ulteriormente, rendendo praticamente impossibile muoverci all'interno del container senza rischiare di sbattere gli uni contro gli altri.
    Mi ero così accomodata tra le gambe di Logan che con fare protettivo mi aveva avvolta tra le sue braccia, Janel, Travis e John erano al nostro fianco a ridosso della più lunga parete di fronte all'entrata, mentre Wren ed Art continuavano a punzecchiarsi da un lato all'altro del vano. Di tanto in tanto scambiavo qualche parola, più che altro era Janel ad avere difficoltà a tenere la bocca chiusa, probabilmente era il suo modo di reagire alla prigionia, esorcizzava paura ed ansia parlando degli argomenti più disparati, dalle conserve di frutta all'ultimo programma visto in tv, era a tratti snervante, ma almeno mi distraeva dai piani di ribellione di Logan e Travis che confabulavano fitto fitto tra loro.
    D'un tratto giunsero delle voci dall'esterno per cui ci zittimmo immediatamente , qualcuno stava intimando ad un'altra persona di salire la scaletta che conduceva al container, qualcuno piangeva chiedendo pietà, una ragazza a giudicare dal timbro della voce. Il portellone cigolò proprio mentre degli spari rompevano l'aria facendoci sobbalzare e tarpando ogni nostra fantasia di tentativo di fuga, i muscoli delle gambe di Logan così tesi e pronti a scattare sotto alle mie mani, si rilassarono all'istante, rassegnati all'impossibilità di uscire da li entro breve tempo. Il portellone infine si apri rivelandoci un cielo ormai privo della luce del sole e la sagoma di una ragazza esile e piccoletta, un po' come me, di cui però non riuscivo a distinguere i tratti del viso.
    Ehi, piangere non ti farà liberare, io sono Janel, lui è Travis, loro sono Cat, Logan e John, mentre i tizi agli angoli sono Wren ed Art... fece prontamente le presentazioni la mia logorroica compagna di prigionia non appena il portello sbatté alle spalle della nuova arrivata.
    Tessa... perché ci hanno rinchiusi qua dentro? chiese quindi la ragazza tirando su col naso.
    Vedila così bambina, sei appena entrata a far parte della loro dispensa! suggerì ironico Wren, sebbene il modo in cui lo disse aveva ben poco della battuta...
    Stai zitto razza d'idiota, nessuno mangerà nessuno! lo rimbeccò ovviamente Art Disse il tacchino ripieno tenuto da parte per il Ringraziamento....
    Ragazzi, ragazzi queste supposizioni non fanno che spaventarci ulteriormente, piantatela tutti e due! sbottò a quel punto il mite John che probabilmente si rifiutava categoricamente di credere ad una cosa del genere, mi sembrava quasi sentire il suo povero cuore fiducioso spezzarsi al solo prendere atto che tale idea potesse anche solo venire in mente a qualcuno.
    Dal canto mio sentivo lo stomaco rigirarmisi su sé stesso al ricordo di come avevo attinto di buon grado al banchetto offertoci al nostro arrivo, le parole di Wren avevano ormai attecchito il tarlo del dubbio nella mia anima... cosa avevo mangiato? Quale sarebbe stata la nostra sorte?
    La paura che quell'ipotesi potesse essere veritiera ammutolì tutti quanti, persino Janel che di li a poco sentii frignottare probabilmente abbandonata contro al petto del marito.
    Era buio pesto, la temperatura era calata anche all'interno di quelle pareti di metallo, incapace di trovare la forza per reagire mi raggomitolai a mia volta nell'abbraccio di Logan... crogiolandomi nella disperata idea che quanto meno prima di morire avevo ritrovato la mia umanità e la mia capacità d'amare... magra consolazione, ma era tutto ciò che mi restava.


    Part Three: Uccidi o sarai ucciso



    Qualcuno mi scosse leggermente, trascinandomi fuori da incubi quasi più piacevoli di quello che stavo vivendo, mi aggrappai impaurita al petto di Logan che ancora respirava intorpidito dal sonno, distinguendo nella penombra il volto consunto di Wren a pochi centimetri dal mio che mi alitava addosso con un dito davanti alla bocca per intimarmi al silenzio. Lentamente svegliò tutti i presenti mettendoci sull'attenti, fuori dal container stava succedendo qualcosa di indefinibile, si sentiva un gran scalpiccio, qualcuno si stava muovendo intorno a noi. Istintivamente ci alzammo tutti in piedi, avvicinandoci al portellone che ci separava dal resto del mondo per cercare di scorgere qualche immagine dai sottili spiragli da cui filtrava la poca luce del mattino. Restammo quasi abbagliati da quella stessa luce quando qualcuno fece scorrere la lastra di metallo esponendoci alla vista di un gruppo di uomini armati che ci tenevano sotto tiro neanche fossimo pericolosi criminali.
    Venite fuori uno alla volta, prima le ragazze.... se non farete cazzate nessuno si farà male! ci intimarono dall'esterno.
    Non avevamo molta possibilità di scelta, per cui dopo esserci guardati gli uni gli altri ci apprestammo a disporci in una sorta di fila sconnessa.
    La prima a scendere gli scalini fu Janel che dovette coprirsi gli occhi chiari con la mano per abituarsi al cambio di luce, poi fu il turno dell'ultima arrivata che però non era dell'idea di collaborare con i nostri aguzzini, posato a terra l'ultimo piede scattò di lato in cerca di una via di fuga. Fu subito il caos, gente che correva dietro alla ragazza, spari a destra e sinistra, Art cercò di approfittare della situazione buttandomi di lato per saltare giù dal container al volo e tentare a sua volta di scappare, ma esattamente come Tessa, riuscì a trovare solo la morte.
    Vedere quell'omone crollare a terra come un sacco vuoto fu come togliermi l'aria, se non ce l'aveva fatta lui, così imponente e forte, come potevamo sperare di riuscire noi a metterci in salvo?
    All'esterno Janel si era acquattata a terra, nascondendo la testa tra le ginocchia, Travis era schizzato giù dalle scale fregandosene dei proiettili per proteggere la moglie, con l'ovvia conseguenza che era stato a sua volta colpito, anche se non mortalmente, ad un fianco ed ora il suo sangue gli inzuppava i vestiti sotto allo sguardo shoccato della ragazza che tentava di fermare il sangue con le mani.
    Uno dei nostri carcerieri si avvicinò ai due per constatare il danno, si tolse la camicia e la passò alla ragazza per consentirle di tenere a bada l'emorragia, probabilmente era meno grave di quanto sembrava, tirai un sospiro di sollievo mentre mi liberavo, più tranquilla, dalla presa di Logan che mi aveva impedito fino a quel momento di fare la fine degli altri.
    Che vi avevo detto? Carne da macello.... disse a quel punto Wren spingendomi con una mano verso l'esterno... dovevamo andare avanti, obbedire ai loro ordini ed evitare di farli incazzare, la lezione mi era chiara per cui scesi senza nemmeno voltarmi a guardare il resto dei miei compagni di prigionia.
    Man mano che scendevamo fuori dal vagone merci ci legavano le mani dietro alla schiena e c'imbavagliavano, notai a ridosso delle rotaie su cui era ferma la nostra prigione, tutta la nostra roba, riconobbi il mio zaino e quello di Logan, entrambi svuotati e rivoltati come calzini.
    Ci fecero inginocchiare a terra, eravamo rimasti in sei ed ognuno di noi aveva la canna di un fucile puntata alla nuca, Janel piangeva sommessamente mentre cercava di sorreggere da un lato il marito che probabilmente aveva perso troppo sangue per mantenersi cosciente, infatti di li a poco crollò privo di sensi, sbattendo la fronte contro ad una lattina schiacciata che gli causò un ulteriore taglio.
    Questo ormai è andato... disse uno dei nostri aguzzini prima di piantare un proiettile in testa al ragazzo senza batter ciglio.
    Janel urlò tagliandosi gli angoli della bocca col panno che le impediva di parlare, per poi crollare sul corpo del marito inondandogli la maglietta di lacrime.
    Un gemito di dolore mi sconquassò il petto facendomi piegare sulle ginocchia, guardai Logan pregando che la stessa sorte di veder uccidere la persona amata non toccasse anche a noi due, ma il ragazzo era distratto da qualcos'altro. Wren, lasciato in disparte dalle guardie che si erano mosse per spostare il corpo di Travis, agitava sommessamente le mani legate, lasciandomi intuire che stava provando a liberarsi dalle corde.
    Anche John doveva aver notato qualcosa perché d'improvviso si animò attirando l'attenzione dei presenti. Quello che ci era stato presentato come Gareth gli tolse il bavaglio dalla bocca per consentirgli di parlare
    Cosa volete da noi? Faremo tutto quello che ci direte di fare, ma risparmiateci! disse loro concitato.
    Abbiamo accolto chiunque abbia varcato i nostri cancelli, abbiamo dato loro rifugio, salvezza, un tetto sotto cui dormire, cibo e persino cure mediche... iniziò a rispondergli freddo e scuro in viso. Hanno saccheggiato le nostre provviste, spaventato i nostri figli e le nostre donne, ucciso i nostri fratelli... come possiamo fidarci di voi, come possiamo sapere che non farete lo stesso se vi liberiamo! imprecò furibondo avvicinando pericolosamente al viso di John la lama di un lungo coltello.
    Erano evidentemente dei pazzi, forse un tempo quel crocevia era veramente un porto sicuro, forse i primi abitanti di Terminus erano stati veramente animati da buone intenzioni, forse volevano creare una comunità, accogliere tutti i sopravvissuti, collaborare gli uni con gli altri in una sorta di fratellanza secondo la quale ognuno avrebbe messo a disposizione le proprie capacità per tutti, ma doveva essere successo qualcosa di terribile, lo scintillio dei loro occhi ne era la prova. Quella gente era assetata di sangue e vendetta, non importava loro chi si trovavano davanti, volevano solo ed esclusivamente una cosa... la morte...
    Logan iniziò a mugugnare e a sbattere per chiedere la parola, quindi un ragazzo gli abbassò il bavaglio in modo tanto brusco da fargli sanguinare il labbro inferiore.
    Vogliamo quello che volete voi... sopravvivere! Sono un medico, posso esservi d'aiuto!
    Zitto pezzo di merda! Non ti ho dato il permesso di parlare! Sai che ce ne facciamo dei dottori? L'ultimo ha cercato di ucciderci tutti quanti! gli gridò contro Gareth sputandogli addosso con disprezzo e colpendolo sullo zigomo col calcio del fucile.

    * * * * *

    Sono entrati! Hanno abbattuto le recinzioni!
    Si sentì urlare da un punto indefinito del capolinea.
    Merda! Tu! Falli fuori e buttali nel vagone, poi vieni ad aiutarci dobbiamo proteggere i confini! ordinò Gareth ad uno dei suoi collaboratori prima di allontanarsi insieme a tutti gli altri uomini armati.
    In piedi luride sanguisughe, tornate nel vagone! ci intimo il tipo che probabilmente aveva pensato che sarebbe stato più semplice farci prima rientrare nel container e poi ucciderci, piuttosto che dover poi spostare uno alla volta i nostri cadaveri... ciò che non sapeva era che questa sua mossa stava dando sufficiente tempo a Wren per liberarsi.
    L'uomo era infatti riuscito di nascosto a liberarsi delle corde con cui gli avevano legato le mani, appena in piedi aveva aggredito il nostro carceriere cercando di prendere la sua arma da fuoco, ma era accaduto così in fretta che tutto ciò che riuscii a vedere fu solo la vita spegnersi negli occhi di Logan, colpito accidentalmente da un proiettile partito per errore dalle mani del ragazzo, che in quel mentre esalava a sua volta il suo ultimo respiro con la gola serrata dalla canna del suo stesso fucile.
    Non m'importava di niente, tutt'attorno era il caos, spari, rumori di lotta, ma dentro di me era il silenzio più totale, mi ero voltata giusto in tempo per vedere la rosa scarlatta aprirsi nel petto del ragazzo, del mio ragazzo, che mi guardava dritto negli occhi mentre le sue gambe cedevano alla morte facendolo crollare prima sulle ginocchia e poi riverso a terra.
    Il dolore che mi squarciò il petto era troppo grande per riuscire a sopportarlo, crollai a terra piangendo e gridando il suo nome con voce attutita dal bavaglio, mi avvicinai al suo corpo esanime avanzando sulle ginocchia, infilando poi la testa tra la sua spalla ed il collo, cercando di non guardare i suoi occhi privi di vita che fissavano il vuoto... non poteva avermi lasciato anche lui, non poteva essere morto, non un altro proiettile la causa della mia perdita, non di nuovo...
    No, no, no, no... ti prego resta con me, ti prego, me lo avevi promesso, dovevamo ricominciare insieme, io e te, io e te.... bofonchiai soffocata dalle mie stesse lacrime e dalla stoffa putrida che m'impediva di parlare in modo comprensivo... ma tanto a che pro, Logan non avrebbe potuto comunque capirmi...


    Part four: Respira... e sopravvivi.






    Volevo solo morire con lui, desideravo soffiare fuori la vita dal mio corpo, scappare da quel mondo fatto ormai solo di morte e disperazione, quando qualcosa o qualcuno mi strappò dal corpo ancora caldo del mio amato, mi liberarono le mani, mi levai quindi il bavaglio e mi ributtai a terra per baciare l'immutata espressione incredula del ragazzo, bagnando la sua pelle con le mie lacrime. Ma di nuovo qualcosa mi strattonò convincendomi a voltarmi, quanto meno per dir loro/lui di lasciarmi in pace.
    ...andarcene...lui non vorrebbe... ascoltami Cat!
    Le parole di John mi arrivavano ovattate ed incomprensibili, la maschera di dolore che gli deturpava il viso mentre guardava il figlio ormai privo di vita, era il riflesso della mia... in quel momento capii cosa stava cercando di dirmi: Logan avrebbe voluto che ci mettessimo in salvo.
    Annuii tornando a guardare il ragazzo, gli passai una mano tra i capelli e mi chinai per posargli un ultimo bacio sulla fronte. John si chinò al mio fianco ed in silenzio gli chiuse le palpebre, intorno a noi non era rimasto nessuno, solo il cadavere del nostro ultimo aguzzino. Avrei voluto portare via Logan da li, seppellirlo in un luogo più degno del suo animo, ma dovevamo scappare, non sapevamo quanto altro tempo avevamo a disposizione, seguii quindi John tra le carcasse di ciò che restava del capolinea, nascondendoci tra i rottami e dietro ai muri, ma nessuno sembrava prestare attenzione a noi, troppo presi forse dal combattere una lotta con i vaganti che probabilmente avevano fatto breccia nelle loro recinzioni.
    Trovammo un buon punto di fuga, delle grosse casse accatastate le une sulle altre contro alla rete metallica fungevano da scala per superare le barriere, l'uomo fece strada atterrando nell'erba al di fuori di Terminus quasi rianimato di speranza nonostante la recente perdita. Si voltò verso di me per farmi cenno di seguirlo ed in quel momento un non morto comparve dal nulla alle sue spalle, non feci in tempo a gridare che l'orrida creatura si era già avventata sulla su di lui. Poi successe tutto rapidamente, staccai una spranga di legno da una delle casse e in un paio di balzi raggiunsi l'uomo al di la del recinto, con un colpo secco spappolai la testa del vagante, liberando il mio amico dalla sua presa, ma la ferita che gli aveva inferto era paurosa.
    Andiamo, andiamo, dobbiamo allontanarci, troverò il modo di curarti, puoi giurarci che lo troverò! dissi strattonando il braccio sano dell'uomo verso il bosco circostante in cui avremmo potuto far perdere le nostre tracce.
    Una parte di me sapeva che mi stavo solo illudendo, e doveva saperlo anche lui perché non si mosse di un solo centimetro. Cat... non volevo sopravvivere a mio figlio, ma dovevo portarti fuori di li, per lui capisci? Io sono già morto Cat... tu sei la mia unica speranza che il ricordo di Logan non vada mai perso, devi metterti in salvo, devi trovare un altro posto in cui sopravvivere, altre persone con cui farlo... mi disse con quella sua parlata serena, come se non sentisse dolore.
    No John, non posso farlo da sola, non posso... frignai scossa dai singhiozzi.
    Altri vaganti stavano venendo verso di noi, doveva essere una mandria bella grossa perché dal capolinea non arrivavano più nemmeno gli spari dei sopravvissuti, segno che probabilmente i nostri stessi aguzzini erano ormai spacciati, dovevamo andarcene di li, nasconderci nel bosco... dovevamo sopravvivere...
    Certo che puoi farcela, eri sola anche quando hai incontrato me e mio figlio...
    Promettimi una cosa tesoro, non perdere ciò che Logan ti ha donato, custodiscilo nel tuo cuore e vivi appieno ogni istante che ti verrà concesso, per lui e anche per me...
    mi disse stringendomi la mano e congedandomi con un sorriso prima d'incamminarsi a passo spedito in direzione dei vaganti che ci stavano raggiungendo.
    No, no, no John, vieni con me proviamoci almeno! cercai di fermarlo con gli occhi pieni di lacrime, seppur consapevole che ormai l'uomo aveva preso la sua decisione e niente l'avrebbe smosso da li.
    Vai Catlyn, fammi fare quest'ultima cosa per mio figlio, concedimi l'opportunità di salvarti... si era innamorato veramente di te sai? Scappa, fallo per noi...
    E così dicendo si liberò dalla mia presa e corse verso i non morti... urlai, piansi, ma alla fine indietreggiai e iniziai a correre nella foresta, liberandomi dei miei lenti inseguitori nel giro di poche centinaia di metri...
    Camminai senza meta fino a sera, col cuore a pezzi, spaventandomi al minimo rumore, ma soprattutto interrogandomi sulle parole di John... come avrei fatto ad onorare il ricordo dei miei compagni di viaggio?
    Ripensai alla Cat che li aveva incontrati, guardinga ed impaurita, che pensava solo a dar loro una mano per poi fuggire.. malfidente, timorosa di esser tradita dai suoi stessi simili.
    Forse non si sbagliava quella Cat, la gente di Terminus ci avrebbe fatti fuori senza pensarci due volte, e in effetti l'aveva fatto, eppure c'erano ancora persone di cui potersi fidare, questo mi avevano insegnato Logan e John. Si poteva ancora sperare, sopravvivere ed amare restando noi stessi, non trasformandoci in bestie prive di compassione e fiducia nel prossimo...

    Era dunque giusto provare a mantenere la propria umanità? Decisamente si...





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    Edited by - Liz - - 23/4/2018, 12:38
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