All Together - TOGETHER TO FIND OURSELVES

Aileen - Ruby - Logan - Catlyn

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    South of Nowhere

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    Dead
    Cat - Ruby - Logan - Aily + Megan
    YdtBnWO
    place: abandoned apartment - h: 22:00 ca - weather: temperate - level infection: low





    Detestavo quel genere di situazione e, anche se una parte di me sentiva di doverne prendere parte, preferivo restarmene lì nel mio angolino in disparte, a rimuginare su quanto accaduto solo poche ore prima.
    Ero stata sopraffatta da uno di quei ritornati - in effetti non sapevo come avevo fatto a scamparla fino a quel momento senza Adam, probabilmente solo grazie a Megan e a Ruby, e, non fosse stato per la ragazza meccanico, a quell'ora di me non vi sarebbe che il ricordo angusto nelle lacrime della bambina che mi stava dormendo in grembo. Non era comunque questo a turbare maggiormente me e l'animo dei miei compagni. Sebbene non avessi avuto modo di assistere a quanto realmente fosse accaduto, mi era stato riferito che Catlyn avesse deliberatamente scelto di infischiarsene delle sorti mia e di Meg, abbandonandoci in mezzo ai guai, in una situazione che il suo intervento avrebbe facilmente risolto. Dal canto mio ero stata decisamente troppo impegnata a levarmi di dosso quell'orribile mostro nauseabondo e a cercare di attirare su di me l'attenzione degli altri morti viventi che cercavano di prendere Megan, per accorgermi di cosa stesse facendo la giovane, ma il solo pensiero che fosse stata vicina alla bambina e non l'avesse aiutata, mi faceva stare male.
    Come di consueto, la cosa aveva fatto andare su tutte le furie Kristine - aveva un nome così bello, davvero non capivo perché preferisse farsi chiamare con quello strano appellativo - che viaggiava con noi da ormai un paio di mesi e aveva iniziato a nutrire una sorta di adorazione nei confronti della piccola.
    Beh, non potevo certo darle torto... non ero mai stata attratta dai bambini o dall'idea di avere dei figli, ma con Meg era stato "amore a prima vista", avevo capito che l'avrei protetta anche a costo della mia stessa vita, nello stesso momento in cui i miei occhi avevano incrociato i suoi, pieni di lacrime a causa della morte del padre.
    Per noi era stato semplice decidere di seguirla, Ruby oltre a essere assolutamente in gamba, ci parlava sempre di una piccola comunità che viveva in un posto sicuro, dove era stata per un po' col suo ragazzo prima d'imbarcarsi in quel viaggio alla ricerca di altri sopravvissuti.
    Viaggio che le era costato la vita del suo compagno "apocalittico" come era solita chiamarlo...
    A volte non ero certa se crederle o meno, sembrava troppo bello per essere vero, senza contare che, per quanto ormai mi fossi affezionata a lei, Kris per la maggior parte del tempo sembrava non avere tutte le rotelle al posto giusto. Ad ogni modo non ero nessuno per giudicare e poi avevo una vaga idea del motivo per cui talvolta sembrasse così stramba: mi aveva raccontato di aver perso il figlioletto di soli quattro anni, mesi addietro, quindi forse era a causa di quella perdita che Megan le faceva quell'effetto.
    Ruby era molto protettiva e forte, questo mi piaceva di lei e, finché avesse badato a Meg, per me poteva essere impulsiva, sboccata e grezza quanto voleva.
    Da quando Logan si era unito a noi alcune settimane prima, avevo iniziato a confidare maggiormente nel buon esito del nostro viaggio. Era un ragazzo tutto d'un pezzo, che sapeva il fatto suo; il suo unico difetto era che il suo cuore celasse un immenso dolore che ancora non trovava modo di contrastare. Ci aveva confessato di aver perso da poco la moglie e la figlia, quindi potevo comprendere quanto fosse difficile per lui sopravvivere a quelle ferite ancora aperte e sanguinanti.
    Megan lo adorava indiscutibilmente e lui sembrava ricambiare, nonostante a volte riuscissi a scorgere il luccichio del pianto nei suoi occhi, al solo guardare la bambina. Averlo al nostro fianco era stata una vera e propria manna dal cielo, sebbene talvolta mi mettesse in soggezione; era così forte, risoluto, aitante e sempre così disponibile per tutti... anche lui sembrava qualcosa di troppo bello per essere vero e la vita mi aveva insegnato che le favolette erano solo illusione per bambini...
    Per fortuna, o forse meglio dire sfortuna, era arrivata Catlyn a compensare tutti i fattori positivi che ci accompagnavano durante il nostro peregrinare.
    Sembrava una ragazzina silenziosa e in gamba, ma aveva qualcosa nello sguardo che mi faceva accapponare la pelle. Dava come l'impressione di essere pronta a usarci come merce di scambio, al fine di raggiungere i propri obiettivi, o, come aveva dimostrato, come diversivo appetitoso per vaganti, allo scopo di salvaguardare unicamente se stessa.
    L'unico intoppo per lei era che Ruby e Logan fossero pedine grandemente migliori di quanto potesse sperare; eravamo io e Megan i pesi di troppo e finalmente, durante la lite, aveva espresso a chiare parole il suo pensiero.
    Mi faceva paura, ma non potevo fare a meno di ammirarla... come l'ex medico, sapeva sempre cosa fare e come farlo.
    Conosceva la natura come se ci avesse vissuto in mezzo da sempre, ma si capiva benissimo che non fosse una banale contadinotta. Purtroppo non ci dava modo di scoprire nulla che la riguardasse, era ermetica sotto ogni aspetto: parole, emozioni, usi...
    Avevamo appreso che provenisse dalla Florida, ma lì si fermavano le nostre conoscenze.
    Il fatto che non si preoccupasse minimamente di me - cosa per altro comprensibile - e di Megan, mi intimidiva parecchio. Potevo capire non volesse farsi carico di un'imbranata cronica qual'ero io, ma la bambina era veramente in gamba e sembrava pendere dalle sue labbra, nelle rare occasioni in cui la ragazza si sbilanciava e le insegnava cose nuove su erbe e piante selvatiche. Al di là comunque di questa sorta di venerazione infantile, che avrebbe a mio parere creato stima in chiunque, mi domandavo cosa le fosse rimasto nel cuore, se non le importava nulla della sopravvivenza di una bambina indifesa.
    Davvero non la capivo...
    Per Megan era stato un colpo tremendo, il comportamento del suo nuovo "idolo", vedere ignorata la sua richiesta di soccorso, proprio da colei che tanto stimava, l'aveva fatta crollare nello sconforto più totale... o forse si era presa semplicemente uno spavento tale che per quello non aveva proferito parola da quel pomeriggio, addormentandosi infine poggiata alle mie gambe con le lacrime ancora agli occhi, mentre gli altri litigavano.



    « Quella stronza alla fine si è scusata per ciò che ha fatto, ma non credo a una sola parola di quel che ha detto! » dissi, ancora furibonda a causa della discussione appena conclusasi con quella Catlyn.
    « È inquietante, se non fosse così brava a procurarci da mangiare, l'allontanerei a calci in quel suo di dietro secco! » aggiunsi, seria e sadicamente sincera, rendendomi però conto che il mio atteggiamento, sebbene cercassi di evitare di urlare, sembrava turbare il sonno della bambina addossata ad Aileen.
    « Come sta? » domandai alla tatuatrice, riferendomi ovviamente alla bambina.
    Non fosse stato per l'intervento provvidenziale di Logan, Megan non avrebbe avuto scampo dal gruppo di merdosi putrescenti che l'avevano presa di mira. Non potevamo immaginare che quel piccolo centro commerciale di periferia fosse un'uscita secondaria dell'inferno, né che avrebbe improvvisamente vomitato walkers a non finire. All'inizio era filato tutto liscio, avevamo recuperato indumenti puliti per tutti quanti e persino un libretto di calcolo per Megan; quando però ci eravamo spostati verso il settore alimentare, uno stuolo di morti viventi era quasi riuscito a fagocitarci nel proprio ventre. Era stato un massacro, ce l'eravamo cavata per il rotto della cuffia, ma ovviamente qualcosa doveva andare storto: per proteggere la bambina, Aileen aveva attirato l'attenzione di un gruppetto di quelle bestiacce schifose, su di sé. Naturalmente non ero riuscita a infischiarmene, anche se a volte agiva in maniera sconsiderata, era una ragazza coraggiosa e dovevo ammettere che in quei mesi eravamo anche diventate affiatate e amiche. Non potevo non riconoscere parte del merito, al suo legame con la bambina - che, a differenza degli altri, sapevo non essere sua figlia -, il mio cuore di mamma tendeva sempre a non capire più un cazzo quando c'erano di mezzo i ragazzini...
    Nonostante l'intervento di Aily, alcuni walkers non avevano gettato la spugna con la piccola e le si erano gettati contro, bloccandola in un angolo; ero riuscita a seguire la scena, ma avevo continuato a spaccar culi attorno alla tatuatrice perché convinta che sarebbe intervenuta Cat, visto che era praticamente alle spalle di quelle bestiacce.
    Invece, quando Logan ci aveva richiamate dicendo di essere riuscito ad abbattere un portellone da cui fuggire, la selvatica se l'era data a gambe come nulla fosse, costringendo il ragazzo a rientrare nella mischia per salvare Megan.
    Avevo atteso un momento di tregua durante la fuga per iniziare ad attaccarla, dapprima sottilmente, con doppi sensi e insulti velati, infine, una volta scelto il riparo per la notte, con spintoni, accuse e minacce poco ortodosse.
    Fosse stato per la sottoscritta, avrei perorato la mia causa imbastendo una sinfonia di pugni e schiaffoni, ma il dottorino aveva deciso di mettersi in mezzo impedendoci di arrivare alle mani. Aveva quell'indole da moderatore di sani principi che, anche se a volte era un po' stucchevole, non si poteva che assecondare... o forse influenzava il fatto che fosse un gran bel pezzo di ragazzo, a cui avrei dato volentieri una ripassatina se solo me lo avesse concesso.
    Sembrava perso e stanco... non era stato chiaro in proposito, ma ci aveva accennato al fatto che avesse di recente perduto la propria famiglia, per tanto le sue ferite dovevano essere ancora fresche.
    Troppo fresche per pretendere che cedesse alle mie velate avances... peccato che, purtroppo per lui, non ero famosa per la mia pazienza con gli uomini...
    « Dorme, ma è ancora agitata... immagino non la seguirà più come un'ombra... » mi rispose Aileen, carezzando delicatamente i ricci ribelli della bambina.
    « Razza di strega! La prenderei a testate sulle gengive! » sibilai con gli occhi ridotti a due fessure, puntati sulla sagoma della nanetta che giaceva dall'altra parte della stanza.
    Non che io fossi una pertica, ma torreggiavo in confronto a quella piccola serpe.
    « Riposa un po' anche tu, questo posto è sicuro e Logan si è offerto per il primo turno di guardia... » consigliai alla mia insicura amica.
    Forse avrei dovuto approfittare anch'io della gentilezza del medico e dormire qualche ora, ma in quel momento altre idee solleticavano la mia fantasia...



    Fortunatamente ero riuscito a calmare gli animi delle ragazze, non era mai cosa buona coltivare dissapori interni, specialmente in un gruppo a maggioranza femminile. Il gentil sesso mi appariva ancor più assurdo e spaventoso da quando mi ero unito a loro, tre donne di indole tanto diversa da rischiare di uscirne pazzo. Avevo fatto scuola con la più complessa - e migliore - di tutte, quindi in qualche modo mi sentivo preparato a stare tra loro, anche perché portavo ancora le ferite inferte dall'ultimo gruppo maschile con cui avevo avuto a che fare... erano squarci del cuore, invisibili agli occhi, ma più sanguinanti che mai.
    Dopo quell'esperienza, che mi era costata l'intera famiglia, mi ero ripromesso che non mi sarei fidato mai più di nessuno, che avrei continuato a vagare senza meta da solo; combattendo certo, l'avevo giurato a mia moglie, ma aspettando più che altro la morte che ero certo sarebbe presto o tardi arrivata a ricondurmi ai miei cari.
    Fosse stato così semplice mantenere i buoni propositi...
    Quando avevo scorto Megan spuntare da dietro le gambe di Aileen e Ruby, non ero più riuscito ad allontanarmi da loro. Quella bambina era l'anima del nostro trio, riusciva sempre a trovare un buon motivo per sorridere, come fosse ancora spensierata. Aveva trovato del buono anche in Catlyn quando l'avevamo incontrata, convincendoci a lasciare che si unisse a noi, nonostante le remore che turbavano ambo le parti.
    Ancora non ero certo fosse stata una buona idea, quella piccoletta era inquietante, ma dovevo ammettere che era troppo in gamba per rinunciare al suo apporto al gruppo.
    Dovevamo solo evitare di perderla d'occhio...
    Inquietante e indispensabile... brutta accoppiata davvero...
    Non riuscivo a spiegarmi il suo comportamento, non sembrava animata da crudeltà innata, eppure non si era preoccupata delle conseguenza delle sue azioni quel pomeriggio, quando aveva imboccato la via di fuga che ero riuscito a procurarci, lasciando nei guai la bambina. Ancora non riuscivo a levarmi dalla testa, lo sguardo perso di Megan fisso sul suo "idolo delle girl scout", che si allontanava da lei senza batter ciglio, mentre tre camminatori la stavano chiudendo in un angolo. Aveva tradito la sua venerazione e ogni sua aspettativa, il dolore era palese...
    Ero arrivato appena in tempo, un solo istante e mi sarei ritrovato sulle spalle il peso di una seconda bambina, un'anima innocente, perduta a causa dell'epidemia... come non fosse sufficiente il ricordo delle urla di Emily a tenermi sveglio la notte.
    « Posso? »
    La voce di Ruby mi salvò per tempo dal fiume di ricordi che, come di consueto, rischiava di travolgermi ogni notte.
    « Non riesci a dormire? » le domandai apprensivo.
    « Non riesco a smettere di pensare a ciò che è successo... quella è pericolosa! » disse, oscurandosi in volto mentre i suoi occhi cercarono la sagoma di Catlyn nell'oscurità.
    « Forse ha solo bisogno di altro tempo per abituarsi a noi... » tentai di giustificarla in qualche modo, sebbene nemmeno io fossi propriamente convinto di quella supposizione.
    « Balle! » sbottò sibilando.
    Scosse la testa e mi raggiunse accomodandosi a sua volta sul bancone. « Ci metterà nei guai, te lo dico io... o si abitua in fretta, o mi occuperò personalmente di lei! » minacciò, più seria di quanto mi sarei aspettato.
    Sospirai, voltandomi a mia volta a inquadrare la figura della ragazza di cui stavamo parlando, addormentata in un angolo non lontano.
    « Comunque ti ringrazio di aver impedito alla nostra lite di trasformarsi in un incontro di wrestling. Non mi andava di picchiarla di fronte a Megan. » mi disse, supportando il ringraziamento con un'amichevole spallata.
    « Non sono un fan delle lotte tra donne! » scherzai, tornando poi a controllare la situazione fuori dalla finestra.
    « Sei un bravo ragazzo Logan Young, tua moglie era una donna fortunata... » mi lusingò, toccando però un tasto per me ancora troppo dolente.
    « Ero io quello fortunato... » commentai col groppo in gola.
    « Mi spiace, non volevo turbarti... dovrei imparare a tenere la bocca chiusa... » cercò di scusarsi.
    Tirai le labbra rassegnato, non era certo colpa di Ruby se qualsiasi cosa mi riportava alla mente mia moglie e la mia famiglia, il ricordo di Nadežda sarebbe tornato in ogni caso ad addolorarmi durante la notte... non aveva mai saltato l'appuntamento nei miei sogni, da quando l'avevo persa...
    Ci fu qualche istante di silenzio, poi Ruby decise inaspettatamente di occupare la bocca in altro modo, visto che non sapeva che altro dirmi senza ferirmi. Scese dal mobiletto su cui mi ero appostato e mi si parò davanti, posò i palmi delle mani sulle mia gambe e, lasciandomi basito, si protese su di me in cerca delle mie labbra, con una determinazione che mi colse alla sprovvista.
    La sua bocca era morbida e bramosa, invitante nonostante non fosse ciò che desideravo; le labbra della donna si schiusero nel tentativo di forzare le mie, ma la sua lingua andò a sbattere contro l'ormai insensibile barriera delle mie emozioni, morte insieme alla mia compagna.
    Le presi le spalle tra le mani e la scostai gentilmente, sorridendo appena nella penombra, certo che potesse vedermi, grazie alla fioca luce lunare che filtrava dalla vicina finestra.
    « Sono enormemente lusingato dal tuo desiderio di baciarmi, in un'altra vita approfitterei senza dubbio dell'opportunità che mi stai concedendo... ma non sono ancora pronto a nulla di tutto ciò e forse non lo sarò mai.
    Ho avuto più amore di quanto potessi sperare nel mio breve matrimonio, è stato così intenso che ancora non riesco a voltare pagina, lo capisci? Lei è ancora qui, in ogni mio respiro, in ogni mio gesto e parola... non provo altro desiderio che per lei... »
    le dissi sincero, sperando potesse comprendere quanto ancora fosse forte il legame che mi univa a Nadežda.
    Ruby si ritrasse e sorrise a sua volta, fortunatamente non sembrava arrabbiata o delusa dal mio rifiuto.
    « Lo temevo... ma valeva la pena provarci... » confessò quasi divertita, strappandomi un accenno di risata.
    « Riprovo a dormire... svegliami tra qualche ora che ti do il cambio! » propose, allontanandosi nel buio dirigendosi verso Aileen e Megan.
    Mi lasciò ai miei ricordi, al dolce calore che riuscivo a provare solo rievocando mia moglie... almeno finché la dolcezza non si trasformava in dolore...



    Quante storie per quella marmocchietta dai giorni contati... pensavano davvero di poterla salvare per sempre? Era già tanto se riuscivamo a tener da conto la nostra di pellaccia, figuriamoci quella di una piccola zavorra petulante!
    Forse era stato un errore aggregarmi a quei tre, ma le doti della donna meccanico e del dottore, avrebbero potuto farmi parecchio comodo prima o poi. Avevo optato per l'abbandonare temporaneamente la mia sopravvivenza eremitica, unicamente in prospettiva di una convivenza di favore, non per fare da balia a una mocciosa e alla sua inutile madre. Quella donna riusciva a essere anche più imbranata di Isabel senza una mano, almeno la cantante era stata così ben soggiogata dal nostro mentore e dal suo demone interiore, da risultare persino utile a volte.
    Dovevo ammettere però che Megan - così si chiamava lo sgorbietto - sapeva come ingraziarsi la gente. Sembrava che tutto ruotasse attorno a lei e gli altri erano letteralmente succubi di lei. Ci sapeva fare, quasi quanto Cathal ma senza bisogno di ricorrere alla psicologia - lo dicevo sempre che a Ben mancava solo l'avere un bel faccino, per fottere tutto il mondo -, e talvolta riusciva a coinvolgere persino me con le sue moine. Era lusinghiero averla sempre attorno, curiosa e desiderosa d'imparare tutto ciò che la sottoscritta avesse da insegnare. Ambivo a fare in modo che tutti sentissero di aver bisogno di me, e sbattere costantemente in faccia a tutti le mie doti, grazie alla "mediazione" della bambina, era un metodo decisamente proficuo per raggiungere l'obiettivo.
    A ogni modo dovevo rivalutare la situazione.
    Dopo quella lite sembravano tutti essersi schierati contro di me. Mi ero scusata solo per il quieto vivere e per prendermi il tempo necessario per valutare ogni pro e contro di quell'alleanza.
    Dovevo tenere in considerazione il guadagno delle capacità mediche e meccaniche che a me mancavano, nonché il fatto che Ruby intendesse farci raggiungere un posto, a detta sua, sicuro. Non potevo però dimenticare che dopo i fatti di quel pomeriggio, il loro atteggiamento nei miei confronti non sarebbe più stato granché accomodante, anzi, probabilmente, mi avrebbero sacrificata alla prima occasione...
    Quei ragionamenti mi avrebbero facilmente tenuta sveglia tutta la notte, se non fossi stata disturbata dal sommesso chiacchiericcio di "svitabulloni" e "bisturi" che sembravano intenzionati a copulare lì sul bancone. Purtroppo avevano smesso ancor prima d'iniziare, altrimenti avrei cercato di unirmi a loro, per ristabilire una sorta di legame che avrebbe potuto giocare a mio favore.
    Avevo dunque deciso di chiudere gli occhi e dormire un po'; ero abbastanza sicura che quel babbeo del dottorino mi avrebbe protetta al pari delle altre, nonostante in quel momento fosse disgustato da me...
    Ed era arrivata l'alba...
    Ero ancora incerta sul da farsi, ma i loro sguardi ostili - più che altro da parte di Ruby - mi stavano facilmente facendo propendere verso l'abbandono.
    « Cerchiamo qualcosa di utile, questo piccolo complesso residenziale sembra immacolato e sicuro. » stava proponendo Logan.
    Quel ragazzo aveva una certa attitudine al comando, avrebbe avuto un discreto successo in ambito militare... non fosse stato così sciocco...
    Annuii, cercando di non lasciar intendere loro i miei piani; avrei ovviamente rovistato in quelle abitazioni come suggerito, fintanto che non fossi stata soddisfatta dal bottino personale recuperato, quindi le nostre strade si sarebbero silenziosamente divise.
    La mocciosa continuava a guardarmi con espressione indecifrabile; non mi riusciva di comprendere cosa passasse per quella sua testolina riccioluta, d'altra parte non ero mai riuscita a far mie le doti di Benjamin, la natura umana era ancora il mio ostacolo più grande.
    Decisi di infischiarmene e seguii le direttive del medico, che ci assegnava una stanza da controllare per ogni appartamento da visitare. Ovviamente Ruby affiancava quell'imbranata di Aileen - avevo ragione io a dire che era solo un peso - mentre io e il ragazzo ci arrangiavamo da soli. La bambina veniva invece lasciata "di guardia" all'entrata, come se davvero potesse essere utile.
    Dopo quasi un'intera mattinata di saccheggi, ero riuscita a intascare snack sufficienti a sostentarmi per almeno quattro giorni, un paio di bottigliette d'acqua e anche un accendino funzionante. Potevo ritenermi soddisfatta, per cui, entrati nell'ennesimo appartamento da violare, attesi che ognuno si fosse addentrato oltre la soglia della stanza affidatagli, per tornare sui miei passi e uscire indisturbata di scena.
    All'entrata trovai come sempre la mocciosa, mi guardò incuriosita ma non le dissi nulla; dovevo uscire di lì senza troppe scene o qualcuno avrebbe potuto accorgersene prima del tempo e non avevo voglia di dar loro spiegazioni, in merito alla mia decisione. Varcai dunque la soglia socchiusa, in silenzio e senza voltarmi indietro, mi mossi veloce verso le scale sperando che nessuno si accorgesse della mia assenza prima che mi fossi allontanata.
    Restare in compagnia di quelle persone si sarebbe molto presto rivelato un pericolo, ne ero ormai sicura, mi avrebbero messa nei guai con la loro stupidità e le loro remore nei miei confronti.
    Dopo esser scesa di un paio di piani, mi prodigai nell'aprire il portone d'entrata dello stabile, nel modo più silenzioso possibile - l'avevamo chiuso per evitare che qualche vagante ci seguisse all'interno -, ma un rumore di passi leggeri attirò la mia attenzione, costringendomi a voltarmi.


    « Dove vai? » mi domandò la bambina, incuriosita probabilmente, dal mio fare circospetto.
    « Non sono affari tuoi. » le risposi secca, tornando a occuparmi della porta.
    « Posso venire con te? » continuò imperterrita.
    « Certo che no! » ribadii
    « Vuoi scappare? » indagò intuitiva.
    « Esatto mostriciattolo, ora torna dalla mamma, prima che si preoccupi per te e faccia danni. » la invitai, quanto più gentilmente mi riuscisse, superando la soglia e uscendo all'esterno.
    Come non avessi nemmeno parlato, la bambina mi seguì "scodinzolante" come un bastardino in cerca d'affetto, arrivando addirittura a prendermi per mano.
    « Cosa diavolo vuoi? Non te l'hanno detto che non sei al sicuro con me? Torna dentro! » sbottai, liberandomi della sua debole presa.
    « Ma anche tu non sei al sicuro, fuori tutta sola... » mi disse con un mezzo broncio che palesava la sua reale preoccupazione per la mia incolumità.
    Perché?
    « Ti sbagli. » negai, guardandola male.
    Come poteva pensare una cosa simile, me l'ero cavata benissimo da sola, prima d'incontrarli.
    « Ma... ma... noi abbiamo bisogno di te, tu trovi da mangiare anche dove non ce n'è... » piagnucolò, ciondolando affranta e guardandomi con quegli occhioni scuri e carichi d'emozione.
    « Oh, puoi dirlo forte che avete bisogno di me, ma siete delle mine vaganti e io non intendo finire nell.. nei guai insieme a voi... specie visto il fatto che mi detestate e... »
    « ABBIAMO BISOGNO DI TE! » vociò interrompendomi.
    « Ehi, zitta briciola... era un modo di dire, ok? » la redarguii toppandole la bocca. Che diavolo le era preso? Voleva attirare tutti i vaganti dello Stato?
    « Okay... però io non ti detesto. » puntualizzò, scuotendo la testa come per enfatizzare le proprie parole.
    « Dovresti... sono il mostro che ti ha abbandonata. Non ti ha insegnato nulla la tua mamma? Mai dare confidenza agli estranei che han cercato di ammazzarti. » sproloquiai sarcastica, anche se forse la bambina ancora non era in grado di riconoscere quel genere di sottile ironia.
    « Torna dentro, su! » le ordinai un po' spazientita, guardandomi attorno per assicurarmi che i suoi schiamazzi non avessero attirato qualche "morto in piedi".
    Per quanto desiderassi allontanarmi, non volevo accadesse qualcosa alla mocciosa per colpa mia... quei tre sarebbero venuti a cercarmi in capo al mondo per farmela pagare e, sinceramente, ne avevo le scatole piene di dovermi guardare le spalle da nemici armati.
    « Ma se restiamo insieme siamo più forti... » mugugnò, aggrappandosi alla mia felpa.
    « Non sai quel che dici piccola... non so chi ti abbia messo in testa queste cose, ma non è vero... » le risposi, sentendo un incedere di ricordi farsi strada nella mia mente.
    Immagini provenienti da un periodo in cui avevo lottato per avere qualcuno al mio fianco, per avere il supporto di compagni assurdi e disparati: amici, controparti, amanti, esempi da imitare, famigliari, sconosciuti... persone di cui potersi fidare o meno, ma che in ogni caso completavano la mia esistenza di sopravvissuta.
    Cos'era rimasto di quella Catlyn?
    « ... Aileen è tanto coraggiosa, solo che ancora non lo sa, Rubby è forte come una bomba BOOM! e Logan lui è un vero eroe, come Capitan America! » stava dicendo la bambina, mentre io mi perdevo nei meandri della mia memoria.
    « ... tu sei l'unica che è proprio brava a vivere in questo mondo diventato brutto, ma non sei più capace a stare con le persone.
    Noi possiamo fartelo ricordare, siamo bravi a stare insieme! »
    proseguì indomita, con quella vocetta buffa che dava l'impressione che la lingua le si attorcigliasse in bocca ogni tre parole.
    « Non... non credo sia la cosa migliore... » cercai di ribattere, destabilizzata dalla determinazione in una "cosetta" così piccola.
    Qualcuno all'interno doveva essersi accorto della nostra assenza. Più voci iniziarono a chiamare la bambina per nome, dapprima con lunghe pause tra un richiamo e l'altro, poi aumentando esponenzialmente a seguito della probabile intuizione che Megan fosse insieme alla sottoscritta.
    Come dargli torto del resto.
    « Abbiamo qualche cosa di buono e qualche cosa di meno buono... ma tante cose buone sono meglio di una sola... »
    « ... mhm... » mugugnai, impossibilitata a ragionare da quel fiume di parole.
    Possibile che quello sgorbietto avesse ragione? come poteva far vacillare a quel modo le mie certezze?
    « Mi odiano tutti Megan, non vedo come la vostra vicinanza ostile possa lenire la mia solitudine. » tentai di ribattere con convinzione, rendendomi conto che, come al solito, stavo pensando unicamente agli effetti positivi che una tale convivenza avrebbe potuto avere su di me, senza tener conto della controparte per loro.
    Quand'ero diventata così egoista e cinica?
    « Io ti voglio bene, mi insegni sempre tante cose sei la rrregina delle girl scout e un giorno voglio essere come te! » rincarò con enfasi, levandomi anche il minimo dubbio che le sue potessero essere bugie.
    « Non vorresti essere come me se sapessi quante cose brutte ho fatto... » le confessai con un sorriso, carezzandole la guancia senza nemmeno rendermene conto.
    « Allora insegnami a essere come te senza le cose brutte... anche Rubby mi parla sempre educata, ma io lo so che dice tante parolacce. » chiese, agganciandosi alle mie gambe, mentre il resto del gruppo ci raggiungeva sul pianerottolo d'ingresso della palazzina, silenzioso e probabilmente allibito come me da quel gesto.
    Era follia pura, ma quella specie di abbraccio ruppe qualcosa dentro di me. Non sapevo più cosa dire e fare, mi limitai a far passare lo sguardo sulle tre paia di occhi che ci fissavano senza probabilmente capire del tutto cosa stesse accadendo.
    Perché?
    Perché continuava a volermi al suo fianco, nonostante mi fossi comportata così male con lei... dubitavo che a quell'età pensasse al proprio tornaconto personale, quindi cosa la spingeva a... perché mi perdonava?
    Forse il tempo avrebbe dato risposta a quella domanda... Megan mi stava dando una seconda possibilità, in un mondo in cui nemmeno io stessa ero propensa a farlo.
    Giusto o sbagliato che fosse, non l'avrei tradita... non avrei gettato quel bene prezioso che mi stava regalando: la fiducia.
    Posai una mano su quella buffa testolina riccioluta, mentre la mia espressione si addolciva come un tempo. Le asciugai le ciglia inumidite da un pianto che aveva trattenuto a stento, commuovendomi...
    Da quanto tempo nessuno spendeva lacrime per me?
    « Ho notato delle infiorescenze dai bulbi succosi, dall'altra parte della strada... vieni a raccoglierle con me? » le domandai sommessamente, con voce arrochita dal grosso nodo in gola che mi aveva procurato.
    « Spero non siano schifosi come gli ultimi... » obiettò, tirando su col naso e donandomi finalmente un altro dei suoi bei sorrisi.


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