Aurora - Just a shower?

Aurora - Estemporanea Alys / Chris

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    Così come l'acqua scorre sul corpo nudo di Alys, anche il tempo.
    Senza accorgersene, la ragazza rimane sotto la doccia per quasi un'ora, godendo di quel momento di quiete, rassicurata dal fatto che suo figlio fosse in buone mani, sotto la supervisione di Sharon.

    Chris, al termine del suo ennesimo turno di guardia, si dirige verso la stanza che a tratti condivide con Alys, a tratti ne rimane alla larga, per rinfrescarsi e mettersi in sesto per quella giornata. Ignaro della presenza della donna al suo interno e troppo sovrappensiero per cogliere il rumore dell'acqua corrente, si prepara per un bagno caldo.. forse uno degli ultimi.. da solo..

    - - - - - - - - - -

    Role by / Turnation:
    - Alys - Deadgirl
    - Chris - Susano'o

     
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    Alessandra Stewart ALYS
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    Era da mesi che non mi capitava più di godere in quel modo e la cosa preoccupante era che bastava l'acqua calda percorrermi la schiena per farmi provare quelle sensazioni.. Quasi fossero delle mani vellutate che con cautela massaggiavano il mio corpo. Il problema è che ancora non sapevo di chi desiderassi fossero quelle mani..

    Dalla nascita di Ralph, avevo quasi obbligatoriamente ripreso a pensare ad Art, sentendomi a lui grata per la meraviglia che avevamo creato. Insieme.
    Poi c'era Chris, l'adorabile amico pronto a tutto per starmi affianco e supportarmi nella crescita di un figlio che non era nemmeno suo, anche se a volte, nello splendore luccichio dei suoi occhi, sembrava come se lo fosse.
    Il tatuato non avrebbe mai usato tutta quella premura e accuratezza, che invece avrebbe utilizzato per toccare tasti del mio corpo che..

    Basta Alys! Mi rimproverai ridendo, forse una delle prime risate spontanee non dovute ai candidi sorrisi di mio figlio. Chissà cosa stava facendo, fra le braccia sicure di Sharon, mentre Julie eseguiva uno dei suoi regolari check-up per verificarne la salute. Ne avevo approfittato per schiarirmi le idee con una doccia calda. Da qualche giorno le mie condizioni mentali stavano peggiorando, lo percepivo, sentivo delle voci, sentivo i miei stati d'animo sovrapporsi fino a comporre una melodia di pessimo gusto.
    Cosa mi stava succedendo? Quello che volevo in quel momento, era godermi quell'attimo di pace, prima di immergermi nuovamente nel caos della mia vita..

    Senza rendermene conto, rimasi sotto lo scroscio dell'acqua per un tempo incalcolabile. Mi osservai le dita della mano destra, perdendomi dei grovigli che la pelle umida formava sui miei polpastrelli. Ero un caso disperato, lo sapevo, ma non potevo farci nulla, se non aspettare che qualsiasi cosa alterasse i miei pensieri, si assopisse da sola.
    Art, Chris, il finto medico o la soldatessa dei miei stivali. Nessuno di loro mi poteva aiutare. C'eravamo solo io, lei e Ralph. Io e lei. E dell'acqua calda..


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  3. Susano'o
     
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    Chris Redfield Chris
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    ↘ Quando c'è una meta, anche il deserto diventa strada.



    Come al solito, e come ormai ogni giorno a quella parte, da quando ci eravamo accampati nel casinò, mi stavo cimentando nel mio giro di vedetta quotidiano. Mi occupavo della sicurezza del gruppo, e cercavo in tutti i modi di tenere quelle donne il più lontano possibile dal pericolo, spesso con l’aiuto di Sharon. Quel giorno però avevo deciso di andare da solo, mentre lei e Karen si occupavano di altre faccende. Ero di pessimo umore, perciò optai per passare l’intera giornata fuori, rincasando direttamente a sera inoltrata. Avevo bisogno di stare solo, isolato dall’intero mondo. Dovevo riflettere su diverse cose, e non mi bastava una mattinata fuori dal rifugio.

    La notte precedente avevo sognato il volto di Alexia, che si era impresso nella mia mente, destabilizzando i miei pensieri, e di conseguenza aveva influito sull’umore. Era da tempo che non provavo quella sensazione……una profonda sensazione di solitudine e malinconia, che si agglomerava al ribrezzo verso me stesso. Come avevo potuto abbandonarla? Dove si trovava? Era ancora viva?

    Dall’inizio di tutto quell’inferno era stata la mia unica missione, accantonata poi dopo l’incontro con il gruppo di Alys. Il mio pressante altruismo, aveva finito per metterla in secondo piano, decidendo di aiutare quelle persone a trovare una sistemazione sicura. Le cose erano andate diversamente, ed a circa quasi un anno di distanza mi ritrovavo ancora con loro, o meglio chi ne restava; e poi c’era…..c’era la cosa peggiore che potessi fare ad Alexia: ero finito fra le braccia di un'altra donna. Sentivo di amare Alys, ma allo stesso tempo amavo anche lei. Mi chiedevo come poteva essere possibile una cosa del genere, eppure era cosi. Magari, non ero in grado di amare, non come intendevo…non potevo voler contemporaneamente due donne.

    Passai tutta la giornata a riflettere su quel dannato dilemma, rincasando poi, senza aver risolto nulla. Mi ripromisi che una volta messe a posto le cose, avrei dovuto cercarla, glielo doveva……sperando non fosse già troppo tardi. Una volta al casinò, andai diritto in camera, volevo lavar via tutte le mie preoccupazioni con una bella doccia calda. Avevo ancora la testa tra le nuvole, e non mi accorsi del fatto che il bagno fosse già occupato. Mi avvicinai al lavandino, e sciacquai le mani, come se volessi lavar via tutte le mie colpe. Mi fermai un istante a fissare il mio riflesso nello specchio, dove vedevo solo una viscido uomo che aveva abbandonato una donna che le era stata sempre accanto. Abbassai lo sguardo fissando il vuoto, mentre l’acqua continuava a scorrere, per poi affondare il volto nelle mani colme d’acqua.


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    Alessandra Stewart ALYS
    ↘ Non chiedere una vita più facile, chiedi di essere una persona più forte



    Mi sembrava fossero passati solo cinque minuti, ma guardando la pelle delle mani e dei piedi, dovevo trovarmi sotto la doccia da quasi un'ora, se non di più. Chissà se il piccolo Raplh sentiva la mia mancanza, se fosse già abbastanza grande da comprendere il significato di madre o se il suo attaccamento a me fosse più dovuto al liquido che mi usciva dal seno e lo nutriva. Un seno pressoché inesistente, ma comunque più grosso rispetto alla mia deludente taglia.
    A me non era mancato, ero sincera con me stessa, ma solo perché sapevo fosse nelle mani di persone delle quali sapevo di potermi fidare. D'altronde mi ero solo assentata per farmi una doccia, non ero andata chissà dove senza di lui..

    Lasciai che l'acqua calda scorresse sul mio corpo ancora per qualche minuto, immersa nei miei pensieri e incapace di abbandonare quella sensazione di accoglienza e pulito che da parecchio tempo non provavo. E pensare che prima che la fine del mondo conciasse, a volte andavo a letto senza lavarmi semplicemente perché avrei potuto farlo il giorno o - ammettiamolo - non ne avevo voglia. Cosa avrei dato in cambio della possibilità anche solo di avere salviettine umidificate ogni giorno? No, non volevo proprio allontanarmi da quella che poteva trasformarsi nell'ultima fonte di acqua calda che avremmo trovato nel nostro percorso.

    Fu più la voglia di riabbracciare mio figlio - ormai ci avevo pensato e rimaneva lì, come un chiodo fisso, a implorarmi di raggiungerlo - più che altro a farmi decidere di scostare le tende e mettere il primo piede fuori dalla doccia.
    "Gasp". Il vapore nella stanza mi impediva di capire chiaramente cosa - o chi - fosse la figura che sembrava accucciata sul lavandino, ma presto l'avrei scoperto, visto che l'acqua sul pavimento e il movimento brusco che effettuai per lo spavento, mi fecero cadere direttamente addosso a lui. Bagnata.. così come mamma mi aveva fatto..


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  5. Susano'o
     
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    Chris Redfield Chris
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    ↘ Quando c'è una meta, anche il deserto diventa strada.



    Con la testa fra le nuvole, e un groviglio di pensieri che mi saettavano in testa, non mi ero accorto di aver invaso la privacy di qualcuno. Il bagno già era occupato, ed io non me ne ero minimante reso conto, finchè - dopo aver immerso la testa nel lavandino, affogando anche i vari pensieri che affollavano la mia mente - mi accorsi che l’intera stanza era invasa dal vapore che emanava di solito l’acqua calda.

    Era chiaro che qualcuno stava usufruendo della doccia, rilassandosi con un salutare bagno caldo, cosa che avrei dovuto fare anche io, mi avrebbe aiutato a scaricare la tensione. Mi asciugai velocemente il volto, sperando di non essere visto, e filare via da lì prima di creare qualche inconveniente. Una delle donne era lì sotto, e se non volevo essere preso per un maniaco, dovevo sgattaiolare fuori. Nel momento in cui stavo per andare via, lo scoscio d’acqua si interruppe, e prima che potessi fare qualche passo, qualcuno mi franò addosso.

    Lame luminose penetravano nel piccolo bagno, accompagnando la lieve luce giallastra di una vecchia lampadina. Sentii un braccio pesare sul mio fianco, mentre il tepore del caldo vapore inghiottiva l’intera stanza, impedendomi di identificare i contorni della persona di fronte a me. Rimasi immobile, quasi paralizzato, senza avere la minima idea su cosa fare, ma quando la nebbia che ci circondava, andava per diradarsi lentamente, intravidi una visione quasi angelica.

    Restai incantato da quella visione, come se davanti a me ci fosse una dea, gli occhi si appannarono, diventando come il vetro dello specchio a contatto con il vapore. Istintivamente abbassai lo sguardo in segno d' imbarazzo, ma il richiamo di quella visione era difficile da tenere a freno. Lentamente scorsi con lo sguardo le sue gambe, per poi esaminare ogni curva sinuosa del suo corpo. Lei era bellissima, quel corpo, quelle forme, si sarebbero insidiate nella mente di qualsiasi uomo, scatenando i pensieri più lussuriosi, quasi animaleschi. Le gocce d’acqua che scorrevano sulla sua pelle candida, ridisegnado le sue curve, fornivano un immagine ancore più sensuale. Quei capelli lunghi ed umidi, che, accarezzavano la sua schiena, adornavano un viso dolce ed imbarazzato.

    Quando i nostri sguardi si incrociarono, il tempo si fermò per qualche istante, ci fissammo senza proferire parola, i pensieri avevano sgombrato la mia mente, ora vuota e destabilizzata. Nuovamente abbassai lo sguardo, imbarazzato, mi sentivo quasi un intruso. –Scusami!! ero con la testa fra le nuvole, non mi ero accorto che fosse già occupato!!!-mi scusai per quell’invasione, anche se a fatica, visto che ebbi difficoltà ad articolare le parole. Subito dopo mi allontanai dal lavandino, cercando di raggiungere il prima possibile la porta, per uscire da quella situazione al limite dell’imbarazzo.

    Feci qualche passo verso l’uscio, ma poi mi fermai. Una stana sensazione mi invase, nel mentre la mia coscienza assopita diceva: “vai”. Di nuovo quegli istinti animaleschi mi afferrarono, sentivo il mio corpo ardere dal desiderio scaturito da quella visione. Fino a quel momento io ed Alys, non eravamo mai arrivati fino a quel punto, nonostante la amassi e la desiderassi con tutto me stesso. volevo dimostrargli il mio amore fino in fondo. Mi voltai, e lentamente mi avvicinai a lei, senza staccare lo sguardo dal suo, fino ad abbattere quella barriera di confidenza. Ci trovammo, faccia a faccia, a pochi centimetri l’uno dall’altra, delicatamente le appoggiai le mani ai fianchi, e la tirai a me. Il suo corpo aderiva perfettamente al mio, potevo sentire le sue curve umide stamparsi contro i miei abiti. Ci guardammo intensamente negli occhi, senza dire una parola, e come una calamita i nostri visi si attiravano a vicenda, avvicinandosi pericolosamente. Le labbra si sfioravano, scivolando l’una contro l’altra delicatamente, ancora impregnati di quell’imbarazzo. Poi, sentii le sue labbra bagnarsi a contatto con le mie, mentre le nostre lingue si sfioravano appena.



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    Chris. Il mio corpo nudo e bagnato era precipitato senza preavviso fra le braccia accoglienti di Chris e io ero rimasta lì, immobile, incapace di dire o pensare a qualcosa.
    Mi ritrassi istantaneamente quando realizzai la gravità della situazione, arrossendo non appena incrociai i suoi occhi, intenti a scrutare il mio minuto e sformato corpo da ragazza madre. Avevo desiderato parecchie volte, anche quando ancora Art ci deliziava della sua opprimente esistenza, che accadesse qualcosa di simile con il mio migliore amico.
    Da quella volta che mi aveva portato lontano dagli altri per soddisfare i miei capricci, mi aveva salvato da quell'individuo losco e avevamo finito per pomiciare sul pavimento, avevo fatto di tutto per creare situazioni in cui rimanessimo soli e nascosti da occhi indiscreti. Sapevo che Art l'avesse intuito, ma mi lasciava fare, e il motivo mi era ancora oscuro.
    Dopo la separazione e con il crescere del pancione, avevo smesso di pensare a quelle cose. Il mio stato mentale mi impediva di concentrarmi lucidamente sui miei reali pensieri, tanto che temetti la presenza di Chris, sfumata dal vapore, fosse anch'essa frutto della mia immaginazione. Perché ci eravamo allontanati così? Era a causa di Ralph? Perché nonostante fossi imbarazzata e timorosa, il mio corpo si stava accendendo come da parecchio tempo non accadeva?

    "Sarei dovuta uscire ore fa.." Con lo sguardo fisso a terra e le mani a coprirmi i seni, mormorai una risposta a caso alle sue scuse, facendo ricadere la colpa su di me e la mia palle raggrinzita per via della troppa acqua calda presa. Quando alzai lo sguardo e lo vidi allontanarsi, un po' ne rimasi delusa. Chissà in cosa speravo. In realtà a niente, ma il vederlo voltarsi di fronte alla mia nudità, mi faceva sentire orribile e non apprezzata.
    Non feci tempo a elaborare quelle sensazioni che le sue mani si strinsero ai miei fianchi e il suo sguardo si incatenò al mio. Il cuore iniziò a battere all'impazzata e quell'essere che a volte parlava dal mio interno si lamentava per quello che indubbiamente sarebbe accaduto di lì a poco. Non avrebbe vinto lei, non quella volta, non con la collaborazione di Chris.

    Sorrisi sulle labbra di Chris prima di farle congiungere con le mie. Sapeva di dolce, sapeva di amaro, sapeva di amore. Quell'amore che non provavo da tempo e che forse non avevo mai davvero provato con Art. O forse ero solo mossa dal torpore del momento e dalla supremazia che godevo sulla mia rivale.
    Un gemito mi sfuggì mentre le mie mani andavano a infilarsi sotto la sua maglia, accarezzandogli la pelle che tanto mi mancava. Senza chiedergli il permesso - che comunque non poteva essermi negato data la situazione - alzai l'orlo fino a raggiungere il collo e con dispiacere, mi staccai da quel bacio passionale per liberarlo di parte del tessuto che lo divideva da me.

    "Quanto mi sei mancato.." Con bramosia mi gettai nuovamente sulle sue labbra. Presi le sue mani e lo invitai a toccarmi, portandole all'altezza dei seni. Fino a quel momento, ogni volta che ci trovavamo per le nostre sessioni segrete, non ci eravamo mai spinti oltre qualche passionale bacio. Quella volta non sapevo se sarei stata in grado di fermarmi prima.

    "Ti voglio, Chris.."

    Ti vogliamo, Chris..
    Quella troia era eccitata quanto me..



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  7. Susano'o
     
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    Chris Redfield Chris
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    ↘ Quando c'è una meta, anche il deserto diventa strada.



    I nostri corpi si attraevano l’uno a l’altro, come se fossero delle calamite, spinte dall’ energia dell’amore e dalla passione, piuttosto che da quella magnetica. Ci fissavamo negli occhi, senza riuscire a staccare lo sguardo. Il cielo e la terra si specchiavano nei suoi occhi, avevo l’impressione che ci potessi annegare. Le accarezzavo il viso, mentre le nostre labbra entravano in collisione. La trassi e me, la strinsi più forte tra le mie braccia, mentre con l’altra mano frugavo fra i suoi capelli bagnati. Erano baci d’amore, lunghi baci di puro amore.

    Sentii le sue mani accarezzarmi la pelle, mentre lentamente mi sfilava via la maglia. Ci staccammo per pochi attimi, soltanto il tempo di lanciare via l’indumento, fu come se fossimo stati divisi per secoli; non appena fummo liberi, le nostre labbra si attirarono nuovamente……non riuscivamo più a stare divisi. Era come se stessimo scoprendo qualcosa di nuovo, qualcosa che fino ad allora non avevamo ancora esplorato: era la vera essenza del nostro amore.

    In quell’istante anche Alys scoprì qualcosa di nuovo, qualcosa che fino ad allora non le avevo ancora mostrato. Quando si sbarazzò della mia maglietta, poté notare il mio torace ricoperto da un enorme tatuaggio. Le nostre labbra si divisero per l’ennesima volta, le sue mani scivolavano lungo il mio addome, mentre i suo occhi scrutavano quel pittoresco disegno, come a voler comprendere il suo significato.

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    Sorrisi quando ammise che le ero mancato, perché, non aveva idea di quanto fosse mancata a me. Quella distanza, spesso forzata, ci logorava e ci distruggeva dall’interno, avevamo bisogno di stare insieme, avevamo bisogno l’uno dell’altra. Appoggiai la mia fronte sulla sua, mentre le sue mani accompagnavano le mie sui suoi seni. Iniziai a massaggiarli - constatando che fossero più grossi a causa della gravidanza - prima timidamente, poi con più decisione. Li tastavo sempre più con maggiore enfasi, deliziandomi delle sue sinuose forme, ciò non faceva altro che aumentare il tasso di eccitazione nell’aria. Con le dita giocherellavo con i suoi capezzoli, ora turgidi, a causa del momento di passione.

    Inchiodai Alys delicatamente al muro, senza mai staccarmi dalle sue labbra, scambiandoci baci lenti sulla bocca e sul collo, morsi sulle labbra. Le mani intrecciate, corpi incastrati e anime in collisione. Carezze sui graffi, vestiti tolti insieme alla paura, baci sulle debolezze, sui segni di una vita che fino a quel momento era stato un po’ sbagliata. dita che scivolavano sui corpi, creando costellazioni, cuori che battono insieme, respiri che viaggiano allo stesso ritmo, e poi sorrisi, sinceri dopo un po’ che non lo erano più.

    Minuto dopo minuto, quella stanza si stava riempiendo di una forte passione. –Anche io ti voglio Alys!!!- le sussurrai nell’orecchio in risposta alla sua affermazione, mentre con la lingua giocherellavo con il lobo del suo orecchio. Feci scivolare le mani lungo i suoi fianchi, per poi deviare verso il fondoschiena, che agguantai in una ferrea presa. Le labbra scivolavano lungo il suo collo bagnato, ridisegnado le sue forme. Continuai a solcare i suoi lineamenti, portando le labbra tra i due seni. Ricominciai a giocare con essi, proprio come un gatto faceva con il gomitolo di lana. La lingua che stuzzica i capezzoli, nel tentativo di aumentare il desiderio della mia donna. Si, perché era lei che in quell’istante volevo e desideravo, che tutto il mio corpo bramava fino all’ultima molecola in quel turbinio e di sensazioni ed emozioni.

    Continuai a procedere lungo il suo corpo, baciandone delicatamente e lentamente ogni centimetro. Sentivo le sue mani appoggiate alla mia nuca, che mi spingevano sempre di più conto di lei. Intanto continuavo a procedere abbassandomi gradualmente, quasi fino a giungere alla sua zona più intima.


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    Alessandra Stewart ALYS
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    Era la prima volta che provavo un senso di totale vuoto nello stomaco e così tanta pienezza nel cuore, il tutto mischiandosi in un sentimento che forse egoisticamente sentivo di poter chiamare amore, seppur il mio inconscio mi suggeriva non lo fosse. Io amavo Chris, questo non lo si poteva negare, ma non avevo ancora avuto modo di scoprirlo fino in fondo, per gli impedimenti di un amore parallelo.
    Avevo sempre giudicato le persone che tenevano i piedi in due scarpe differenti, ma alla fine ero finita come loro, solo che invece di cambiare il colore delle converse come andava di moda prima che la moda perdesse valore - tranne che per Art -, correvo su un filo teso sulla punta di due alberi del Sequoia National Park con una scarpa col tacco e uno stivale di camoscio.
    Un mondo completamente opposto all'altro e io non riuscivo mai a sbilanciarmi dalla parte giusta, o anche solo da una delle due.. Rimanevo lì, in bilico, a osservare le due metà frantumarsi sotto i miei piedi, mentre mi perdevo nella voragine che mi distanziava dal suolo. Fino a quel momento. O almeno così credevo.

    Mi ero lanciata senza pensare alle conseguenze fra le braccia accoglienti e bramose di Chris, perdendomi sotto il suo tocco leggero, ma passionale, le sue labbra carnose e desiderabili e il suo sguardo magnetico e pieno di eccitazione. Il suo sorriso, la sua pelle, i suoi baci spinti. Ogni cosa mi faceva credere di aver scelto lui, abbandonando finalmente Art alle spalle, mettendo a tacere i miei demoni interiori.
    Avevo scelto la semplicità degli stivali agli elaborati tacchi a spillo. In realtà, avevo prediletto la comodità di averlo affianco, alla lontananza del mio vero uomo, facendo un'imbarazzante metafora fra la praticità di una calzatura comoda e un trampolo sotto i piedi.

    Poi c'erano i tatuaggi, che oltre a impressionarmi e lasciarmi incantata, rimandavano i miei pensieri a tutte le volte che avevo percorso con le dita i tratti di inchiostro sul corpo di Art. Pensiero che comunque soppressi quando le mani di Chris cominciarono a giocare coi miei seni, facendomi quasi dimenticare come mi chiamassi.
    Era la prima volta che ci spingevamo oltre qualche passionale bacio e infantile toccatina sopra i vestiti. Io ero nuda e completamente a sua disposizione e lui era pronto ad approfittare di questa cosa, non che io non fossi consenziente. Forse la parte più intima di me legata al vero padre di Ralph lo era, ma non opponeva resistenza. Chris aveva assunto il più totale controllo su tutte le mie presunte personalità. Quando poi mi inchiodò al muro sussurrandomi di volermi, poteva considerarmi completamente sua.

    Con le mani avvolte fra i suoi capelli, accompagnai la sua lenta, eccitante, scia di baci verso la mia intimità, non preoccupandomi di trattenere gemiti di piacere e approvazione. Inarcai la schiena e divaricai le gambe appoggiandone una sul ripiano della vasca-doccia, facilitando quello che immaginavo stesse per fare.
    Il battito cardiaco e i gemiti incrementavano con l'aumentare del ritmo della sua lingua, così come il tremito delle mie gambe. Era da così tanto tempo che nessuno si prendeva cura di me di me a quel modo ed era così dannatamente bello, che mi ci volle tutta la forza di volontà per invitarlo a smettere e riallineare il suo volto al mio. Volevo di più, volevo Chris in tutta la sua interezza, lo volevo dentro di me.

    Con fare ammiccante, leccai dalle sue labbra il rimasuglio dei miei umori, prima di replicare il suo gesto e ricoprire il suo petto con una scia di baci, abbassandomi gradualmente verso la sua, di intimità. Con piacere constatai che la sua eccitazione sarebbe già stata pronta a ciò che desiderato, ma mi sentivo in dovere - e morivo dalla voglia - di ricambiare il favore. Alzai lo sguardo verso di lui come a chiederne l'approvazione, prima di prendere il suo membro fra le labbra, qualunque fosse stata la sua risposta..


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  9. Susano'o
     
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    Chris Redfield Chris
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    Era da tanto tempo che non mi sentivo più cosi, quasi non ricordavo come fosse provare tutte quelle sensazioni. Era cosi appagante, quasi desideravo voler bloccare il tempo a quei momenti. Per un po’ ci dimenticammo di quanto crudele e malvagio fosse il mondo in cui vivevamo, di quanto fosse difficile sopravvivere in quelle condizioni, e di tutti i problemi che ne derivavano. Ci lasciammo andare completamente al nostro amore, vivevamo il nostro momento, come se fossimo le uniche due persone sulla faccia della terra, non c’era altro. Era come un magico sortilegio, che imbrigliava le nostre menti.

    Ero assetato di Alys e del suo corpo, come acqua nell’immensità del deserto. L’odore ammaliante della sua pelle, era una sorta di calamita, che mi impediva di staccarmi da lei durante la scia di baci che percorreva il suo sinuoso corpo. Eravamo in estasi, nulla ci avrebbe fermato, volevamo appartenere l’uno all’altra, fonderci in un unico corpo. Sentivo il suo tocco delicato accarezzarmi i capelli, mentre la mia lingua scendeva giù….più giù. La sentivo fremere sotto le mie labbra,i suoi gemiti di piacere mi trasmettevano maggiore eccitazione. Per un attimo mi soffermai sul suo interno coscia, stuzzicandola per aumentare il suo piacere. Accarezzavo la pelle liscia e levigata della sua gamba, appoggiata al ripiano della doccia. Sentivo i suoi muscoli tendersi ad ogni spasmo di piacere, come se il suo corpo mi stesse implorando di continuare, di andare al dunque.

    Perciò non la feci attendere molto, e proseguii. Con delicatezza afferrai il suo fondoschiena, spingendo la sua intimità verso le mia labbra. Iniziai a giocherellare con la lingua, dapprima con delicatezza e passione, per poi proseguire con maggiore foga. Le mie labbra erano impregnate di lei, e più i suoi gemiti aumentavamo più mi eccitavo, e maggiore era la veemenza con cui la mia lingua saettando profanava la sua intimità. Alys appoggiò le sue mani sul mio mento, invitando mi a rialzarmi; cosi i nostri occhi si incastrarono ancora una volto l’uno dentro l’altra. Mi baciò con passione, riuscivo a percepire il sapore esalante della sua bocca. La sua lingua cercava di raggiungere la mia con morbidezza celestiale, per poi ritirarla, e di nuovo, farla scattare come un freccia che scocca dall’arco, serrando gli occhi e lasciandoci andare all’immaginazione……epurandomi da qualsiasi scoria di male.

    Accarezzavo i suoi capelli, mentre, la sua lingua scendeva sul mio corpo. Era cosi dannatamente piacevole, la mia mente sgombra da qualsiasi cosa, avevo in testa solo lei. La sua lingua indugiava sui miei capezzoli, i suo baci era cosi caldi e passionali, che quando attraverso il mio ventre sentii qualcosa sciogliersi all’interno. Anche lei, si soffermò sulla mia intimità, ma prima di proseguire oltre, mi lanciò uno sguardo, come a chiedermi l’autorizzazione. Non ce n’era bisogno, ormai ero caduto tra le sue braccia, ero suo. Il tocco delicato delle sue labbra e della lingua, sul mio membro, erano un qualcosa di paradisiaco. Il calore del mio sesso, riscaldava le sue labbra, ad ogni suo movimento il piacere aumentava ininterrottamente, mostrandomi le stelle.

    Avrei voluto che continuasse, forse all’infinito, era cosi bello che avrei voluto non smettesse; ma era arrivato il momento di passare oltre. La tirai delicatamente su, cosi da poterla guardare ancora una volta negli occhi. Ci baciammo ancora e ancora…..-Ti amo!!!- le sussurrai teneramente all’orecchio. Era la seconda volta che pronunciavo quelle parole, ma in quel momento avevano un significato diverso, quasi a voler cercare una sorta di conferma da parte di Alys, prima di consacrare definitivamente la nostra unione.



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    "Oh. Mio. Dio." Erano le uniche tre parole, o meglio sillabe, simulate fra i gemiti, che le mie corde vocali riuscivano a emettere sotto il gentile, ma passionale, tocco della sua lingua sulla mia intimità. Eravamo così presi dalla foga della situazione, da dimenticare entrambi di appartenere a un'altra persona. Stavamo scegliendo di separarcene una volta per tutte, ricominciando da quella unione che sarebbe dovuta avvenire molto tempo addietro..
    In quel momento non realizzai che una volta terminata quella bellissima parentesi di sesso - e amore - sarei tornata a scodinzolare come un cane fedele intorno alle gambe di Art. In quel momento il tatuato - the original one - non mi sfiorava nemmeno i pensieri, ero completamente persa nello sguardo di Chris, che si era ricongiunto al mio.

    Mentre restituivo il favore allo splendido uomo che mi accarezzava la nuca, provavo ugualmente piacere. Ero appagata dai suoi ansimi di piacere, ero estasiata dalla sua intimità che acquisiva sempre più durezza e virilità.
    Non mi ero mai considerata brava, o esperta, o quantomeno capace, in quello che stavo facendo fra le sue gambe, ma il suo responso a mio avviso positivo, mi donava sicurezza. Avevo sempre approfittato di momenti casuali per scambiare qualche effusione timida con Chris, ma mai avrei immaginato di riuscire a spingermi così in fondo. Eppure non mi sembrava abbastanza..

    Contemporaneamente abbandonammo ciò che stavamo facendo per tornare una all'altezza dell'altro, necessitando il nostro contato visivo carico di sentimento. I baci carichi di passioni, le mani che si muovevano avidamente sulla pelle per volerne sempre di più, le carezze, la dolcezza alternata ad ardore. Non c'era nulla per rendere imperfetto quel momento, nemmeno l'amore che Chris mi aveva appena confess.. Cosa?

    Strabuzzai gli occhi, colta alla sprovvista, incerta se ciò che avessi udito fosse reale o frutto della mia contorta mente. Tutto ciò che ne conseguì fu talmente rapido da non rendermene effettivamente conto, ma la mia testa aveva elaborato pensieri a una velocità così insolita, che dal panico, all'accettazione, all'effettivo rendersi conto il suo amore fosse contraccambiato, durò il tempo necessario ad allungare gli angoli della bocca in un genuino sorriso.

    "Ti amo, Chris" Ma lo amavo veramente? Poco mi importava, in quel momento, non c'era nulla di più certo e più sentito. L'uomo che avevo di fronte era la persona che volevo, che avevo e che avrei voluto al mio fianco, anche come padre di Ralph. Era consapevole delle responsabilità che quelle due parole potevano avere sul suo rapporto con mio figlio? Di certo lo era, altrimenti non si sarebbe mai azzardato a dire una cosa simile.
    "Ti amo, Chris" Sussurrai di nuovo sulle sue labbra, più convinta, più partecipe. Io amavo Chris. Era un dato di fatto, era il via a qualcosa di più profondo dell'intima amicizia che avevamo alle spalle, era il la per comporre la nostra melodia.

    Alzai la gamba destra attorno ai suoi fianchi, pronta a ricevere la sua virilità dentro di me, emettendo un forte sospiro di approvazione. Lasciai che fosse lui a gestire il ritmo, a condurre il gioco, io ero praticamente del didò nelle sue mani. Poteva giocare con me, mettermi nelle posizioni che voleva, contorcermi e sbattermi su qualsiasi superficie. Io ero sua e sarei voluta esserlo per sempre..


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    Chris Redfield Chris
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    ↘ Quando c'è una meta, anche il deserto diventa strada.



    Dopo aver sussurrato le due famose parole, per lunghi attimi calò il silenzio intorno a noi. La mia fronte era appoggiata alla sua, i nostri sguardi incastrati gli uni negli altri, il calore che emanavano i nostri corpi bollenti riscaldava quell’intenso abbraccio. Lei, rimase imbambolata, dai suoi occhi riuscii a percepire che, il suo cervello stava elaborando, a ripetizione, le mie parole. Probabilmente non si aspettava che le dicessi ciò, ma era quello che sentivo davvero e, era arrivato il momento che lo sapesse. Per me quello non era solo sesso, ma bensì, la massima espressione dei nostri sentimenti. Quei suoi occhi erano come fonti, nelle cui silenziose acque si specchiava il cielo. Quando anche Alys pronunciò quelle parole, sentii l’amore impadronirsi ed abbattersi sulla mia anima, cosi come i raggi del sole facevano aprire i petali dei fiori.

    Sorrisi felice, come non lo ero da tanto, quel momento di intimità, sarebbe servito ad entrambi. Avrebbe alleviato la tensione, e probabilmente avrebbe gettato le basi per un evoluzione nel nostro rapporto. Ci lasciammo andare ad un ennesimo bacio, passionale ma focoso, tenero ma allo stesso tempo eccitante. Il bacio di Alys era intenso, la sua lingua si muoveva come un serpente, allo stesso tempo con grazia e passione. Di tanto in tanto, le mordevo le labbra, cosa che sembrava aumentare il grado di eccitazione, visto i suoi lunghi sospiri.

    Quando sentii la gamba di Alys avvinghiarsi ai miei fianchi, capii che la ragazza non aveva più intenzione di aspettare. Eravamo arrivati al momento clou, il momento in cui avremmo finalmente consolidato la nostra unione. Non staccai quasi mai la bocca dal suo corpo, alternando i miei baci tra collo e bocca. Afferrai delicatamente i suoi glutei, e la sollevai prendendola in braccio, mentre lasciai che l’altra sua gamba si avvinghiasse all’altro mio fianco. Con le labbra sempre incollate, per un tempo indefinito, la trasportai per qualche passo verso il muro, in modo che potesse poggiare la sua schiena contro di esso. I nostri sguardi si incontrarono ancora, sempre più vicini, le sue labbra si mordevano a vicenda, quasi a volermi invitare ad andare al sodo.

    Non la feci attendere a lungo, lentamente e con molta delicatezza, infilai il mio membro nella sua intimità. Cercai di fare molta attenzione, volevo che fosse piacevole e non doloroso. Alys tirava forti sospiri, segno che approvasse i miei movimenti. Mi fermai un istante solo, quando fummo completamente uno dentro l’altra. Fu una sensazione cosi piacevole che, difficilmente avrei trovato le parole giuste, per descrivere cosa stavo provando in quel momento. La baciai ancora, questa volta quasi con avidità, la volevo, la volevo fortemente e volevo il suo amore. Iniziai a muovere lentamente il bacino, cosi da procurarle piacere.

    I suoi leggeri gemiti, a tratti, venivano soffocati dalla mia lingua che incontrava la sua. Ripresi a giocherellare con i suoi morbidi seni, massaggiandoli e strizzandoli con tenerezza. Mi impadronii dei suoi capezzoli, pizzicandoli, strizzandoli, palpandoli con ferma delicatezza, e gustandoli avidamente. Ben presto mi accorsi, che una delle cose che mi eccitavano di più, erano i suoi gemiti. Molto acuti ed aggraziati, quasi come se la sua voce stesse intonando una melodia. Aumentai cosi il ritmo dei miei colpi, sempre più forti e veloci. Le mie mani abbandonarono i suoi seni, cercando le sue di mani. Intrecciammo le nostre dita l’una nell’altre, per poi sollevare le nostre braccia fino a bloccarle contro il muro, mentre continuavamo a fare l’amore intensamente.

    Alys ansimava forte, quasi rossa in viso, gemendo profondamente al ritmo del movimento. Di tanto in tanto, mi porgeva la sua bocca, alla ricerca di quei baci passionali che, non riuscivamo a negarci. Poco dopo, la sollevai nuovamente per il fondoschiena, distaccandola dal muro, per poi lasciarla cadere delicatamente e con molta cura sul pavimento. Per un attimo mi fermai ad osservarla, rapito da quel suo sguardo carico di amore e passione. Divaricò le gambe, come ad volermi invitare a proseguire, perciò mi lasciai andare sopra di lei, per poter goder più da vicino di quel suo sguardo. Ricominciammo a far l’amore ad un ritmo sempre più impetuoso, senza nemmeno curarci che, gli altri di sotto potessero sentirci. Le stuzzicavo il lobo dell’orecchio, mentre poteva ascoltare i sussurri dei miei gemiti, causati dal piacere che provava nell’essere nella sua intimità. I nostri corpi sudati scivolavano l’uno contro l’altro, strofinandosi a dovere. I suoi seni aderivano perfettamente al mio petto, mentre i suoi capezzoli turgidi mi solleticavano, rendendo la cosa più eccitante. Ci fermammo un attimo per riprendere fiato, ci guardammo con un espressione sorridente, poi mi sollevai dal suo corpo per sedermi sul bordo della vasca. Allungai la mia mano verso la sua, invitandola ad avvicinarsi, questa volta desideravo fosse lei a condurre un po’ i giochi!!!!



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    Chris mi amava, io amavo Chris. Non c'era nulla di più vero e di più assurdo. Di più reale e di più surreale. Così lontano dal suo realizzarsi, ma così prossimo da poterlo toccare con mano.
    Ed erano proprio le mani che si intrecciavano in un gioco di luci e ombre, che andavano a creare uno spettacolo attraverso il vapore acqueo che ancora soffocava l'aria insieme ai nostri respiri.
    Sarebbe potuto entrare chiunque e scorgerci commettere atti impuri agli occhi innocenti dei bambini che ci portavamo appresso, ma in quel momento non mi importava di nessuno, quasi nemmeno di mio figlio. Quello che volevo era destinato a succedere da fin troppo tempo e non potevo - non potevamo - più attendere.
    Focose, inarrestabili, le nostre lingue giocavano a rincorrersi come fossero loro stesse le proiezioni del futuro dei nostri bambini. Spensierati, inconsapevoli del male che li circondava, volevano solo sentirsi liberi. Essere liberi.

    Sorrisi, come non lo facevo da tempo, a quella fiamma che stava per alimentarsi e trasformarsi in un fuoco ardente. Bruciava tutto, ma non di dolore. Non c'era una singola parte di me che non scottava al suo tocco fresco e delicato. Mi avvinghiai a lui, esigente, incapace di assaporare attimo dopo attimo, timorosa che da un momento all'altro la magia finisse.
    Scollegai al cervello e attivai il mio istinto animale, quello che non aveva freni inibitori, quello che si assaporava ogni minimo movimento eseguissimo, quello che mi aveva insegnato Art.. Solo che con Chris aveva un valore aggiunto, l'amore, quello vero, quello sinceramente corrisposto.
    Inarcai la schiena e buttai indietro la testa, agevolando il suo ingresso in me, esponendo la pelle del collo ai suoi avidi baci, allontanando la zona lombare dalle piastrelle fredde e umide del muro del bagno. Con un lungo, liberatorio, sospiro di godimento, indicai a Chris quanto fosse piacevole la sensazione di sentirlo finalmente mio e di sentirmi completamente alla sua mercé.
    Fra gemiti, carezzi, baci rubati, assecondavo i suoi movimenti aiutandomi con la presa intorno alla sua vita. Non c'erano parole per descrivere quanto fosse sorprendentemente sensazionale, intenso, sensoriale.
    Percepivo tutto, dalle gocce di sudore che si mescolavano alla mia umidità, ai suoi muscoli che si tendevano a ogni ingresso in me, al sapore dei suoi baci, al solletichino sul collo che mi provocavano i suoi gemiti di piacere.

    Con dimestichezza, abbandonai la posizione da koala, lasciandomi trasportare supina sul pavimento piastrellato, invitandolo a raggiungermi semplicemente aprendo le gambe. Lo avvolsi di nuovo a me, aggrappandomi alle sue spalle, stringendolo, graffiandogli la schiena per non urlare. Erano mesi che non provavo più cosa volesse dire sentirsi posseduta, amata, desiderata. Chris era l'unione di tutte e tre le cose, Chris era ciò che la mia mentre e il corpo necessitavano per nutrirsi. Chris era qualcosa di veramente fondamentale e solo lì, sotto il peso del suo corpo dentro di me, mi rendevo conto di quanto prezioso fosse.

    I suoi ansimi aumentavano in maniera direttamente proporzionale all'intensificarsi dei suoi movimenti. Era goduria allo stato puro, primordiale. Ormai nulla si basava più sul romanticismo e la cautela con le quali avevamo iniziato. Il tutto si era trasformato in un bisogno più profondo, carnale. Ci fermammo solo un attimo per riprendere fiato, sorrisi, più maliziosa che altro, desiderosa di arrivare fino al culmine di entrambi.
    Accettai con piacere la sua mano e con le gambe tremanti lo raggiunsi sul bordo della vasca, sedendomi sopra di lui, dandogli la schiena.
    Un tempo non avrei mai osato nemmeno prendere un'iniziativa simile. L'avrei guardato con occhi preganti e costretto a tornare al comando.
    Ero un'Alys diversa, carica di autostima grazie alla storia avuta con Art. Non che volessi tornare sempre lì, ma Chris avrebbe dovuto ringraziarlo per la passione intensa che altrimenti non si sarebbe nemmeno avviata.

    Con una foga quasi affamata, cominciai a muovermi sinuosa sulla sua intimità. Cercai le sue mani e le portai a circondarmi i seni, palpeggiandomi sopra le sue mani. Era delicato, ma animalesco al contempo. Non potevo chiedere di meglio, non sarebbe stato possibile.
    Cominciai a tremare sotto il tocco esperto delle sue mani, le gambe che formicolavano e assumevano la stessa consistenza della gelatina. Lo implorai di toccarmi, con un filo di voce che a fatica mi usciva, talmente occupata a sospirare di piacere.
    Ormai all'apice del godimento, i miei gemiti si trasformarono in squittii, il ritmo sempre più incalzante, i tremiti esagerati, il battito cardiaco al limite del possibile.
    "Oh mio dio, Chris.". Mormorai stringendo i denti, le unghie nella pelle delle sue gambe e le dita dei piedi accavallate fra loro. Una cascata di umori cominciò a gocciolare sui nostri arti inferiori, il mio respiro si fece più regolare, ma non smisi comunque di muovermi, seppur con la comprensibile difficoltà. Non avrei smesso finché anche lui non avrebbe provato l'estasi che aveva pervaso me..

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  13. Susano'o
     
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    Chris Redfield Chris
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    ↘ Quando c'è una meta, anche il deserto diventa strada.



    Niente di più meraviglioso si stava consumando in quella stanza. Il vapore ancora presente in essa, non era altro che la simbolica rappresentazione dell’amore e della passione che si mescolavano, e ci circondavano, creando una sorta di patina magica, che ci estraniava dal resto del mondo. C’eravamo solo noi due, investiti dal desiderio di possederci, e dagli istinti primordiali che avevano ormai perso il posto del romanticismo. Avevamo perso i nostri freni inibitori, ci volevamo e ci desideravamo a vicenda, avidamente volevamo sempre di più l’uno dall’altra. Vampiri che si nutrivano della passione, mentre i nostri corpi continuavano senza sosta a strusciarsi a vicenda, evitando di fermarsi, quasi come se avessimo paura che quell’incantesimo potesse spezzarsi da un momento all’altro.

    Ci scambiavamo sorrisi sinceri, liberatori, di chi aveva atteso quel momento da sempre; ed ora appartenevamo finalmente l’uno all’altra. Non desiderava nessuna donna oltre ad Alys, volevo solo e soltanto lei, accecato ormai da quell’amore che, fino a poco tempo fa, sembrava sbagliato ed irraggiungibile. Facevamo l’amore come due indemoniati, il mio sguardo costantemente legato al suo. Ero stregato da quei suoi occhi, che trasmettevano passione e malizia. Dopo gli imbarazzi dei primi minuti, Alys si era trasformata, si era abbandonata al momento e al desiderio, mostrandomi ciò che realmente provava nei miei confronti.

    Il fatto che Alys si fosse trasformata in quel modo, rendeva la cosa ancora più eccitante, aumentando a dismisura la voglia di giungere all’apice del piacere stesso. la lasciai riprendere fiato, mentre seduto sulla vasca ammiravo il suo corpo sinuoso e delicato, sudato e carico di passione. Non riuscivo a stare lontano de lei, per più di mezzo minuto. Volevo tenerla tra le mie braccia, assaporare le sue labbra, sentire il suo tenero tocco sulla mia pelle…eravamo diventati una cosa sola. Le tesi la mano, e senza farsi pregare più di tanto, accettò il mio invito. Le nostre dita si avvinghiarono proprio come i nostri corpi. Nessuno dei due ne aveva abbastanza, anzi volevamo sempre di più. Era come una droga, ma invece di consumarci, non faceva altro che alimentare la fiamma del desiderio.

    Entrambi bramavamo la carne dell’altro, insaziabili, forse come mai lo eravamo stati. La vidi ergesi dinanzi a me, in tutta la sua statuaria bellezza da venere. Il mio cervello era praticamente andato in tilt, riuscivo a pensare ad un'unica cosa: la volevo. Delicatamente si sedette sopra di me, dandomi la schiena, nell’esatto momento in cui le nostre intimità ripresero contatto, chiusi gli occhi per un istante, sopraffatto dal piacere. Le accarezzavo i fianchi e la schiena, mentre lei iniziava a muoversi su di me con foga quasi animalesca. Mi portò le mai ad avvolgerei suoi morbidi seni, che massaggiavo con movimenti proporzionalmente diretti ai suoi ; Prima con delicatezza poi con foga. Non riuscivo a non ansimare sotto il piacere che Alys mi stava procurando. I miei sussurri le accarezzavano la schiena, mentre le labbra percorrevano su e giù la sua colonna vertebrale. Era goduria alla stato brado.

    La sua voce tremante che mi implorava di toccarla non fece altro che aumentare il livello, già schizzato alle stelle, di eccitazione. Le mie mani iniziavano a muoversi ovunque su l suo corpo. Più sentiva il mio tocco più potevo percepire i suoi profondi respiri di piacere. Posai una mano in mezzo alle sue cosce, mentre Alys continuava a muoversi sulla mia intimità, sempre con maggiore intensità. Sentii i muscoli delle sue gambe vibrare sopra le mie, il respiro affannoso, il battito del suo cuore sempre più acceleato….stava per giungere il limite del piacere. Perciò accelerammo ancora, finchè le unghie delle sue mani non si conficcarono nella mia pelle, ed un grido liberatorio la portò in estasi. I suoi umori gocciolavano sulla nostra pelle, mentre il fiatone stava diventando regolare. Non accennò a smettere, anzi sembrava volesse ricambiare il favore.

    Anch’io stavo per raggiungere l’apice del piacere, lo sentivo, ma volevo che accadesse mentre la guardavo negli occhi. l’aiutai a voltarsi verso di me, finalmente potevo gustarmi ancora quel suo sguardo cosi intenso, al contempo cosi malizioso. Presi il suo viso tra le mani, e lo portai più vicino al mio. Le nostre labbra si sfioravano come attirate l’uno dall’altra, abbozzando di tanto in tanto a sinceri sorrisi. Alys si muoveva con difficoltà, perciò decisi di aiutarla. I nostri corpi si muovevano all’unisono, con sincronia. Accelerai i miei movimenti, le nostre fronti entrarono in contatto, cosi come i nostri nasi. I nostri respiri divennero uno solo, ed in meno di un minuto raggiunsi l’apice del godimento, esplodendo di piacere. –Voglio solo te!!!- le sussurrai con voce tremante poco dopo aver concluso. Restammo avvinghiati, immobili come due statue, contemplando ancora quello splendido momento.



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    E pensare che il tutto era cominciato da un'amicizia vera, rara come un diamante puro, sincera come lo erano in poche. Forse per quello il sesso insieme a lui non era solo sesso, non era solo un bisogno carnale di liberarsi dallo stress e dalla tensione. Era intenso, profondo, nato da fondamenta solide, da rispetto, stima, fiducia. Era unico nel suo genere. Era perfetto.
    Ogni singola mossa era manovrata con attenzione, con minuziosa ammirazione l'uno verso l'altra. Non c'era solo desiderio, c'era quella cosa che si chiamava amore, quel sentimento che la gente tendeva a etichettare, anche se spesso era unidirezionale.
    Nessuno era più forte dell'altro, o più astuto, o più partecipe. Eravamo perfettamente in bolla, sulla stessa lunghezza d'onda, ed era quello a rendere il nostro rapporto diverso. Non c'era un carattere predominante, eravamo due ammassi di energia scissi e fusi in due corpi diversi, ma fatti della stessa essenza.

    Mentre gemevo di autentico piacere, lasciavo che i miei pensieri e il mio corpo assorbissero tutte quelle sensazioni positive, nutrendomi dell'estasi che Chris mi stava facendo provare. Venni fra le sue braccia, sulle nostre gambe, con lui dentro di me, ma non accennai a fermarmi. Anche lui doveva provare quello che avevo sentito io.
    Lasciai che mi voltasse e mi assecondasse aiutandomi nei movimenti. A tratti le mie gambe tremavano ancora, facendomi provare brividi ovunque. Ero allo stremo delle mie forze e quando raggiunse l'apice poco dopo di me, rimanemmo entrambi immobili fra le braccia a sospirare e goderci quel momento di assoluta pace fisica e interiore.

    "Oh mio dio, Chris.. E' stato.. E' stato.." Avevo il fiatone, le sinapsi del mio cervello faticavano a connettersi. Al termine di un rapporto con Art, provavo più o meno le stesse cose, ma per sfinimento fisico. Con Chris, era più mentale, interiore, profondo.
    "E' stato.. non so nemmeno io come definirlo..". Perfetto.. Sorrisi sulle sue labbra, rubandogli un casto bacio, totalmente in contrapposizione con la passione che avevamo appena abbandonato. Avrei voluto dire tante belle frasi o parole, ma qualsiasi cosa mi passasse per la testa, sembrava sminuire la situazione.

    "Vorrei che Ralph fosse tuo.." Ammisi in un impeto di follia, stringendomi al suo petto e ignorando il fatto che non essendo stato prudente, quel rapporto poteva essere il concepimento di un fratello, anche se stando alla regolarità del mio ciclo mestruale, mi trovavo in un periodo non fertile.

    "Dovremmo tornare o inizieremo a far preoccupare le altre" Annunciai con un po' di rammarico negli occhi e nel tono di voce. Una volta usciti da quella stanza, tutto sarebbe potuto cambiare. Mi aiutai a scostarmi aggrappandomi alle sue spalle, sentendomi pervadere da una sensazione di vuoto. Era stato grandioso, ma si sarebbe ripetuto? Art mi avrebbe lasciata andare?
    Senza mostrare i miei timori, utilizzai un panno umido per levarmi gli umori di entrambi dalla parte inferiore del mio corpo. Lo guardai vestirsi, mentre mi adoperavo a farlo io stessa. Era così dannatamente bello e genuino, una persona meravigliosamente perfetta.
    E allora perché? Perché tutto d'un tratto sembrava così sbagliato?


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    Chris Redfield Chris
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    Avvinghiati ancora l’uno all’altra, come due statue di cera, contemplavamo gli ultimi atti della nostra prima volta. il silenzio aveva preso il posto dei gemiti animaleschi che avevano accompagnato il rapporto, spezzato di tanto in tanto dal fiatone, e respiri profondi di un corpo stanco e affaticato……di quella che si può definire la più dolce delle fatiche. I nostri corpi caldi, quasi incandescenti, emettevano vapore, le gocce di sudore levigavano la nostra pelle. In quegli ultimi attimi, poco prima che quella favolosa magia, svanisse del tutto, riportandoci alla realtà, mi resi conto che non vi era niente di più perfetto.

    Era stato un qualcosa di eccezionale, tutto quel miscuglio di emozioni e sentimenti, misti a desideri carnali ed animaleschi, mi avevano aperto gli occhi. non avevo provato mai nulla di più intenso, ed era proprio ciò a meravigliarmi di più. Come era possibile che solo con lei riuscivo a raggiungere tali livelli emozionali, e passionali. Ci completavamo a vicenda, perfettamente sincronizzati, ciò aveva fatto si che si creasse un rapporto diverso da qualsiasi altro, un rapporto unico, speciale.

    Pensando alla nostra storia, mi venne in mente il simposio di Platone, ed il mito delle metà. In fondo tutto ciò poteva davvero essere paragonato a quel mito. Platone sosteneva che, una volta, gli uomini erano esseri perfetti, non mancavano di nulla, e non vi era distinzione tra uomo e donna. Zeus però, invidioso di tale perfezione, decise di dividerli in due parti perfette, proprio come una mela. Da quel giorno ogni essere umano cercò disperatamente la sua metà, per poter tornare all’antica perfezione. Era cosi che mi sentivo stando accanto ad Alys, perfettamente completo. Forse era davvero lei la metà che ognuno di noi cercava da quando aveva vita.

    Sorrisi divertito osservando Alys provare a commentare il nostro rapporto, con uno strano entusiasmo. Si rese conto ben presto, che le parole gli mancavano, motivo per il quale rimasi in silenzio. Non si poteva descrivere ciò appena vissuto, le emozioni avvertite parlavano da sé. Rimasi di stucco quando, rivelò che desiderava fossi il padre di Ralph. Se prima mi mancavano le parole, in quel momento me le aveva stroncate. Non sapevo cosa dire, lasciai solo che si avvicinasse a me, per poi stringerla in un caldo abbraccio.

    -Già, è il momento di andare!- confermai, sollecitando la fine di qualcosa di meraviglioso. Nessuno dei due sembrava intenzionato a terminare quella magia, ma era il momento di tornare alla realtà. Ci rivestimmo nuovamente, osservando Alys, il mio cervello non poté non elaborare una considerazione. Mi resi conto, che prima del sesso, ci si aiutava a spogliarsi a vicenda. Dopo il sesso invece, eri solo tu a vestirti. Morale della storia, nella vita, nessuno ti aiutava quando eri stato fottuto.



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