Contest Terzo Pg - I Wish I Could Be The Perfect Daughter

Skylar Montgomery

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  1. ~ LeeLoo •
     
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    Skylar Montgomery ꕤ ꕤ ꕤ
    Dr9QpjL
    ↘ Look like the innocent flower, but be the serpent under't.



    L'aria che si respirava all'interno della piccola cucina del bilocale in Bishop Road, nella periferia di New York, era ormai impregnata di tabacco e marijuana. Era il mio personale modo per rilassarmi ed estraniarmi da mia madre e da quello che mi aveva appena rivelato. Rimasi appoggiata allo stipite della finestra, guardando fuori, nel vuoto, sulla strada. Cosa avrei dovuto fare eh? Non parlartene? Non dirti chi fosse quel lurido figlio di puttana di tuo padre!? Esclamò, afferrando con fretta e foga il pacchetto di sigarette sul tavolo della cucina, tirandone fuori una, portandosela alle labbra per accenderla. Philip "Buddy" Nash. Tuo padre ti ha abbandonato...e lasciato nella merda. Sono costretta a servire pasti ai vecchi in una casa di riposo e a pulire le stanze e i cessi di un motel dove la gente scopa senza ritegno. Secondo te era questo il futuro che volevo? Mh? Rispondimi.
    Quasi mi faceva pena. Stava cercando in tutti i modi di attirarmi, di fare in modo che anche una sola parola potesse accendere la scintilla dell'interesse e smettere d'ignorarla. Fumava nervosamente, con le dita tremanti, tenendo la sigaretta, seduta al tavolo della cucina. Il pollice della mano destra sanguinante. Con l'indice della stessa mano, avevo torturato la pelle intorno all'unghia, scavandola, senza neanche accorgermene. Autolesionismo, causato dalla sua presenza negativa.

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    Mordicchiai il labbro inferiore, mi distraeva dalla voglia di conficcarle un coltello in gola pur di farla stare zitta, non sopportavo più la sua voce. Sorrise, beffarda, facendo quel rumorino fastidioso con le labbra e i denti, risucchiandoseli dall'interno della bocca.
    Non era cambiata. Era tutta una questione di soldi. Per lei era sempre una questione di soldi, unita alla delusione di essere stata abbandonata dal grande amore della sua vita.
    Visto che sono rimasta incinta e lui non mi ha voluta più per questo motivo....deve darmi tutto. Se non fossi mai nata avrei vissuto nel lusso...quindi adesso che sai chi è, renditi utile e racimola qualcosa per noi Skylar...
    Era la goccia che aveva fatto traboccare il vaso. Non riuscivo più a sopportarla. Per tutta la vita non aveva fatto altro che sbattermi in faccia la sua frustrata condizione esistenziale e il suo essere costantemente delusa e infelice. Non ne potevo più. Mi aveva rivelato chi fosse mio padre...per cosa? Per soldi. Non per migliorarmi la vita, al contrario: per rovinarmela ulteriormente. Scossi la testa in segno di negazione, gettando dalla finestra il mozzicone di sigaretta.
    La guardai dritta negli occhi, Mamma. Non me ne fotte un cazzo ne di te, né di lui, mi fate schifo entrambi. Ti servono soldi? Fatti pagare dal proprietario dell'ospizio, quando ti scopa. Non aggiunsi altro. Diedi un colpo sul tavolo, rabbiosa e furente, prendendo velocemente la borsa, uscendo di casa, sbattendo forte la porta, augurandomi di aver finalmente rotto l'orribile vaso cinese all'ingresso.


    ***



    Philip "Buddy" Nash. Davanti a me, con una porta blindata a separarci. I morti, l'arma letale della nostra banda, erano chiusi in uno spiazzale recintato della vecchia stazione di Polizia, all'esterno, come se fossero dei teneri pargoli durante l'ora di ricreazione. La puzza era nauseante. Riusciva persino a oltrepassare la porta. Cadaveri in putrefazione, carne morta, olezzo vomitevole. Lo guardavo dal piccolo vetro della porta, con la mano sinistra saldamente ferma sulla maniglia e l'altra a tapparmi bocca e naso.
    Ciondolavano...si lamentavano. Mi sembrò quasi assurdo pensare che un tempo fossero stati comuni esseri umani, ridotti a corpi senza cervello senza pace. Non riuscivo a provare alcuna pietà, soltanto ribrezzo. Buddy, mio padre, stava lì in mezzo. Senza braccia e con parti di gambe amputate. Era un mostro, un vero abominio. Non era mio padre. Gli occhi azzurro cielo, proprio uguali ai miei, erano tutto ciò che rimaneva del suo essere Buddy.

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    Li guardai, più di una volta, come se cercassi un anelito di vita. Erano spenti, quasi fossero di vetro. Inspirai profondamente, come un gesto liberatorio, di concentrazione. Era quello che volevo? Aprire la porta e...lasciarli uscire. Che stronzo il destino. Un vero figlio di puttana. Avevo desiderato incontrare mio padre non so quante volte, anche solo per sputargli in faccia e vomitargli addosso tutte le sue merdate insieme a quello che pensavo e....in quel momento era in mezzo ai morti, incapace di intendere e di volere. Che cosa avevo fatto di male? Che cosa avevo sbagliato? Perché non mi aveva mai voluta o cercata? Per mia madre, ero sempre stata il simbolo del suo fallimento, un ostacolo per la sua vita, se non addirittura la rovina stessa. E per mio padre? Probabilmente nulla.
    Mi sarebbe piaciuto chiedergli il perché, domandargli che cosa mi mancasse per essere una figlia perfetta e non uno sbaglio, un incidente di percorso.
    Soffermai lo sguardo oltre il vetro, su di lui, afferrando la maniglia, stringendo più forte, essere abbandonati dal proprio padre era terribilmente doloroso, lasciava un segno duraturo. Ma, paradossalmente, abbandonandomi, non mi aveva rovinato la vita, ma al contrario. Ero diventata forte, indipendente, determinata. Quante volte avevo desiderato una sua carezza? Un suo sorriso, una telefonata per il mio compleanno? Infinite. Avevo perso il conto. Mio padre e mia madre erano stati le più grandi disgrazie della mia vita. L'Apocalisse mi aveva fatto rinascere.
    Il continuo farmi crescere senza amore, privata di qualsiasi tipo e dimostrazione di affetto, non aveva fatto altro che incattivirmi. Forse ero io il mostro....e non i vaganti.

    ***



    Il piano era perfetto. Sarei scappata, una volta aperta la porta ai non morti. Loro avrebbero pensato al resto. Quei luridi pezzi di merda non avrebbero avuto scampo. Sarebbero stati circondati, senza via di fuga, né dall'interno e nemmeno dall'esterno.
    Un bellissimo effetto sorpresa del tutto inaspettato.

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    Mio padre, non aveva mai fatto nulla per me nella sua vita. In quel momento, mi sarebbe tornato utile, come arma di vendetta, usato e sfruttato a mio piacimento.
    Stavo vendicando me stessa, per tutto il male che avevo subìto.
    Ormai avevo deciso e non mi sarei tirata indietro. Mi dispiaceva solo non potermi godere lo spettacolo del terrore dipinto sulle loro facce, circondati da ingordi predatori portatori di morte.
    In natura, solo chi si adattava resisteva, chi resisteva sopravviveva e chi sopravviveva....vinceva.
    Io avevo vinto. Su tutto e su tutti.
    Aprii la porta, fermandola con un mattone, dirigendomi di corsa, verso l'uscita della stazione di polizia, dandomi alla fuga. Grazie a te papà....sono libera.

    Code role © Akicch; Restyling by TheIronMaiden - Want it? Get it
     
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