New York - The Expendables: Conflicting Loyalties

Split A: Shawn - Jordan

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    Pochi minuti dopo il massacro compiuto da Elizabeth, il suono ben definito di una sparatoria giunge dal retro dell'edificio: i tre superstiti credono inevitabilmente che la guarnigione dei Cribs stia cercando di respingere i vaganti... la realtà, invece, è totalmente diversa.
    Un numeroso gruppo di guardie, infatti, ha attaccato i propri compagni, agendo con eccessiva sintonia perché sia soltanto un caso. Skylar non è l'unica agente di Krupp, il quale ha infiltrato le fila dei Cribs da molto tempo... i disertori nelle fila della vecchia erano soltanto un trucco, un'esca.
    Tra coloro che, apparentemente, erano rimasti fedeli a Savannah è presente un nutrito gruppo di "infiltrati", uniti al gruppo del mercenario dopo la morte del figlio della vecchia e dopo i primi, disastrosi scontri avvenuti con gli E I. Sebbene il piano iniziale fosse quello di effettuare un "golpe" con l'aiuto di Skylar, l'arrivo dell'orda di rianimati li ha costretti ad abbandonare il proprio compito e a fuggire verso i loro alleati.
    Rapidamente e brutalmente, gli uomini annientano le poche guardie rimaste leali a Savannah e, dopo avere rubato alcuni veicoli, fuggono dall'ingresso posteriore, sfondando il cancello e lasciando un comodo ingresso ai morti: l'orda è infatti inevitabilmente attirata dal caos e, lentamente, sciama verso l'accesso secondario.

    Disorganizzati e confusi, i traditori riescono a fuggire dall'edificio ma sono costretti a seguire un percorso tortuoso, a causa di sbarramenti, ostacoli e dell'arrivo di altri rianimati; a breve distanza da Skylar, nella strada vicina, uno dei veicoli si schianta contro un muro, causando una grande confusione. Gli altri veicoli frenano rumorosamente e immediatamente alcuni uomini sciamano all'esterno per soccorrere i compagni.
    Skylar è vicina e potrebbe approcciarli alla ricerca di supporto... alle sue orecchie giunge chiaro il nome "Krupp", così come l'aumento del rumore prodotto dai vaganti in avvicinamento.

    Il palazzo, invece, sarà presto invaso dai rianimati e ogni via di fuga ormai bloccata.



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    Comprendevo il nervosismo di Danny ma credevo fosse un po' eccessivo... Elizabeth non aveva aggredito né ucciso lui e Colleen, aveva attaccato due persone cattive, che sicuramente avrebbero cercato di ucciderci. La mia gemella cattiva non era affidabile, ne ero consapevole, tuttavia era più pericolosa sia di lui sia del pagliaccio e, se realmente avesse voluto salvare Leen, non avrebbe potuto rinunciare al suo aiuto.
    Il mio amicoamicoanchediLeenmanontantodiShawny non aveva fiducia in Elizabeth, lo avevo intuito anche prima della sua spiegazione elaborata, però non poteva pretendere che potessi assicurare di controllarla... né che riuscissi a controllare le altre, specialmente Abigail, la cui ombra tuttavia era stranamente assente, almeno in quella situazione.
    Non capivo le intenzioni di quella creatura - in realtà avevo scoperto soltanto recentemente che quello fosse il suo nome, prima credevo fosse soltanto un'ombra terrificante - ma condividevo il timore provato dalle altre gemelle ed ero piuttosto rassicurata dalla sua assenza. Anche se, con imprevedibile lucidità, temevo che fosse più inquietante quell'assenza, piuttosto della sua presenza.
    Proverò a contenerla... e a contenere le altre... ma non è così semplice... abbozzai, spaventata dalla sua arma, con crescente insicurezza In questo momento è sazia ma... se io fossi indebolita... non sono sicura che riuscirei a controllarle... spiegai, cercando lo sguardo del pagliaccio.
    Volevo realmente salvare Leen e aiutarli!!

    Abbracciai Shawny quando riuscii a raggiungerlo, sorridendo felice - avendo già dimenticato quanto accaduto pochi secondi prima - e stringendolo con energia: Potremmo raccontare una bugia a Savannah!!! Dire che era una... crescita!! proposi entusiasta, senza realmente ascoltare (oppure comprendere) il piano del pagliaccio.
    Non sapevo cosa fosse un corterottero e un renvelus e non mi importava realmente, sia perché avrei seguito il pagliaccio senza dubbi e sia perché preferivo danzare insieme a lui. Era beeeeeeeeeeeello!! E credeva anche che fossi capace di ballare, era ancora più beeeeeeeeeeelloooo!!
    Chi è la pazza? domandai curiosa, avendo questa volta completamente ignorato tutte le altre parole: Shawny era tanto noioso, tante volte. Non tanto ma un po', quasi molto ma anche un po' poco tanto. E tanto molto poco.
    Erano spari? Oppure erano rumori intestinali?
    Forse un orgia come quelle che adorava Lacey. Oppure una cacca di un piccione.
    Shawny Shawny Shawny SHAAAAAAAAAAAAWNYYYYYYYYYYYYY attirai la sua attenzione, tirando il suo braccio destro Ho sentito tanti spari e un BOOOOOOOOOOOOOOOOM enoooooorme, forse sono entrati i demoni!! dissi, agitando le braccia casualmente, sperando di essere utile. Se i demoni fossero riusciti a entrare, ci avrebbero raggiunti molto rapidamente.
    Dovevamo agire oppure saremmo morti!! E io non volevo morire!!!
    ANDIAMO ANDIAMO ANDIAMO!! VI PROTEGGERO' IO CON I MIEI... mhm... machetos? Machetessss? li spronai, indecisa tuttavia su quale fosse la parola plurale di machete. Perché ero così stupida? Ero proprio triste...

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    ↘ Quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo. Anzi, non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero. Ma su un punto non c'è dubbio. Ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi è entrato.

    Sentendo le esplosioni rimbombare nel palazzo subito dopo le parole di spiegazione di Shawn mi fece chiedere quando la nostra sfortuna sarebbe terminata. O magari era fortuna, magari era Skylar con i rinforzi, anche se secondo me quella era una possibilità molto remota.
    Avevo completamente ignorato la risposta di Jordan, o per lo meno non le avevo risposto a parole non trovandolo necessario: avevo semplicemente annuito e le avevo lanciato anche uno sguardo di avvertimento. Non avevo reagito esteriormente quando la pazza aveva citato delle certe altre, lasciando intendere che oltre a Jordan ed Elizabeth convivevano altre personalità nello stesso corpo. Da far venire i brividi... avevo pensato.
    Ascoltando poi il piano del pagliaccio avevo pian piano ripreso sicurezza in quello che stavamo facendo: anche se non riuscivo ad apprezzare o ad accettare che ci fossero così tante variabili in gioco non controllabili. Insomma, il numero di guardie che potevamo incontrare sarebbe potuto essere superiore alle nostre forze e avrebbe potuto avere una potenza di fuoco maggiore, per non parlare del fatto che avrebbero potuto barricarsi ai piani superiori e lasciarci a morire quaggiù. L’elicottero che il pagliaccio aveva nominato poteva non esserci, oppure noi tentando di pilotarlo avremmo potuto schiantarci da qualche parte.
    Mi ero ripreso in fretta dallo sconforto di quei pensieri, però, quando Shawn aveva nominato Colleen. Avrei fatto qualsiasi cosa per riprendermela, o sarei morto volentieri nel tentativo. «Non ho molta scelta, no?» Avevo risposto così alla sua domanda se accettassi il piano, e per quanto non mi piacesse essere in debito con quei due, non potevo fare molto per cambiare le cose ormai. Così avevo affiancato Shawn per crivellare di colpi le porte di ingresso rendendole decisamente più fragili.
    E poi era arrivata l’esplosione.
    «Porca puttana!» esclamai, voltandomi verso la fonte del suono. «Che cazzo è successo adesso?» chiesi retoricamente, prima di annuire alle parole di Jordan: «Ti devo dar ragione, potrebbero essere i non morti. Ci conviene salire, è inutile andare a controllare chi sia, tanto ci sarà sicuramente l’orda che tenta di entrare».
    Con quelle parole mi ero avviato verso le scale il più velocemente possibile, certo che gli altri due avrebbero fatto altrettanto. Arrivato al piano successivo urlai «Colleen!» a gran voce; non credevo di trovarla lì in realtà perché era alquanto improbabile che la tenessero prigioniera la secondo piano, ma come dice il proverbio, la speranza è l’ultima a morire.

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    ↘ Ehy Amico! Stavo solo scherzando!



    Avevo fatto breccia in quel coglione di Dan, finalmente, ma proprio quando stavamo per dare fuoco alle polveri, accade qualcosa. Qualcosaltro. L'ennesimaltro. Non finiva mai di stupirci la nostra vita, in quell'alternarsi di calma assoluta e follia cacofonica, fra altissimi - in cui mi trovavo a scopare almeno due fighe diverse e bere vino di grande pregio - e bassissimi - in cui lo prendevo io nel didietro -.

    Guardai J nel mentre mi strattonava, con l'aria basita e - infine - divertita, di chi ha sentito pure lui il botto ma non riesce ad associarlo a niente di sensato. Oppure, se si trattava di una cosa Pro, o contro. Ma anche chissenefrega, continuava a essere il mio modo di reagire a tutto quel casino insensato. Sorrisi a J dai andiamo!!

    Anche Dan realizzò che sarebbe stato inutile rimanere lì e che, presto, i vaganti avrebbero abbattuto quelle porte da soli. Fragorosamente. Attirando tutti gli altri. E che non c'era più via d'uscita, se non con un ipotetico elicottero che.. nessuno di noi aveva la minima idea di come si usasse. Se gli avessi detto, che il mio piano era di trovare chi fra i Cribs lo sapesse fare, probabilmente mi avrebbero strappato la faccia: come potevamo sapere chi ammazzare e chi no? E se lo avevamo già fatto? E se era Savannah Son, l'unico ad avere la patente di volo?
    E se.. l'elicottero non esisteva?

    Presi a ridere come un pazzo, su per le scale Coooollleeeeeennn!! Andiamo bambinaaaa!! urlavo di rimando a Dan, ma cantilenando il nome in maniera scemotta e infantile. Era il mio modo di difendermi dalla follia dilagante che mi stava per cogliere. La morte era tuttattorno: davanti, dietro, sopra, sotto. Ovunque andassimo, le probabilità di schiattare erano decisamente altine, mentre quelle di salvarsi esattamente l'opposto. Avessi avuto una laurea in statistica, avrei optato per un 2% di successo.

    Correvamo come pazzi, ci affacciavamo un attimo prima di entrare in un corridoio, onde evitare una bella raffica di proiettili nello stomaco e in faccia, poi proseguivamo.. COOOOLLEEEN! Jamm'picciott' facimm'mpress!!! esci fuori, siamo qui per salvaaaaaaartiiii!! tenendo una mano alla bocca per fare un improvvisato megafono.

    Ero proprio curioso di vedere some sarebbero andate le cose. Come saremmo morti, o come avremmo, chissà, fatto l'ennesimo colpo di scena: Suicide Squad, era davvero un nome perfetto! COOOLEEEENN!!


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    Se realmente i demoni fossero riusciti a penetrare nella torre della vecchia, sarebbe stato disastroso... taaaaaaanto disastroso! In senso... neppure Elizabeth sarebbe riuscita a uccidere centomilioni di creature!! Abigail probabilmente sarebbe sopravvissuta: avrebbe ucciso chiunque, nella sua mostruosa (si, riuscivo a percepire quella orribile sensazione) assenza totale di anima-vita-esistenza-carne-pesce-occhio-topo e poi sarebbe svanita nell'aria.
    Si, Abigail era un po' come l'uomo ombra e i fantasmi... non era come l'uomo corvo ma era perfino più spaventosa, anche se nessuna tra noi l'aveva mai vista. Eppure, percepivamo la sua presenza... ed era la più spaventosa nel MONDO INTERO!!!
    SIIIIIIII, ANDIAMO!! ANDIAMO DANNY, ANDIAMO, ANDIAMO!! esclamai entusiasta, un po' confusa quando lui e Shawny urlarono il nome di Leen: era lì? Non era con noi? Perché era sparita?
    Ero stupida... avevamo stabilito il piano di cercarla, perché era la mia amica migliore e le volevo bene. Anche Danny le era molto affezionato, mentre a Shawny non interessava, credevp. Perché voleva trovarla, quindi? Ah, vero... aveva promesso a Danny di cercarla!
    La mia amica non era nel corridoio, però... ed era una situazione molto triste... mentre salivamo nella torre, un uomo apparve IMPROVVISAMENTE, uscendo da una stanza laterale, sorprendendo tutti noi. Aprì la sua bocca con tanti denti per parlare ma, considerato che eravamo molto vicini, riuscii a colpirlo con un colpo di machete al fianco.
    L'uomo non riuscii neppure ad afferrare la propria arma (anche se non aveva neppure tentato di farlo) e si accasciò contro lo.. stupido della porta, con una espressione strana in volto, cercando debolmente di liberarsi dal mio machete. Sembrava essere sorpreso dalla situazione... non volevo ucciderlo, però mi aveva sorpresa e spaventata, quindi ero stata costretta ad agire!! Non era un gesto cattivo, il Signore avrebbe compreso!!
    Forse mi avrebbe perfino premiata!!

    Conosci Leen??? E' la mia amica, è qui, forse!!! esclamai, agitando la mano con cui ancora mantenevo la presa sul machete immerso nel suo fianco, provocando le sue (DIVERTEEEEEEEEEENTI) urla di dolore Shawnyyyyyy, perché non mi rispondeeeeeeeeeeeeee? Mi sto arrabbiando!! aggiunsi, senza notare che fossimo soltanto alcuni piani (due, forse otto ma forse anche trenta) sotto l'ufficio di Savannah.
    Quell'uomo oppure la vecchia AVREBBERO DOVUTO SAPERE dove fosse Leen, era OVVIOOOOOOOOOOO!!!



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    ↘ Quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo. Anzi, non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero. Ma su un punto non c'è dubbio. Ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi è entrato.

    Più tempo passava, più sentivo l’ansia salire. Ogni secondo lontano da Colleen era una tortura, non tanto a livello fisico quanto a livello psicologico: non sapere cosa le stessero facendo, se era ancora viva. Una parte della mia mente non riusciva a concentrarsi su quello che mi stava succedendo attorno, ma continuava ad avere visioni di tutto quello che Colleen poteva stare subendo in quel momento.
    Fortunatamente ero ancora abbastanza in grado di capire quello che stava succedendo attorno a me e su quello che io e il resto della Suicide Squad dovevamo fare. Una volta arrivati sugli altri piani mi ero messo a spalancare ogni porta che incontravo, controllando che la mia protetta non fosse all’interno prima di proseguire oltre. Di una cosa ero ben consapevole: i vaganti sarebbero presto saliti al loro seguito e per quanto volesse cercare per bene in ogni stanza, non poteva perdere troppo tempo. Chi avrebbe salvato Colleen se lui fosse morto prima? Per quanto le parole e le azioni di Shawn e Jordan avessero confermato che i due preferivano la ragazza a lui, non era certo che avrebbero dato priorità al suo salvataggio piuttosto che al proprio. E quella era forse l’unica cosa che poteva accettare.
    Ignorai l’eco del mio urlo da parte degli altri due, preferendo concentrarmi su quello che stavo facendo.
    Avevo completamente perso la cognizione del tempo, non sapevo quanti piani avessimo già superato senza alcuna traccia della mia protetta. O degli uomini di Savannah, ora che ci pensavo: se non fosse stato per il casino che sentivo provenire da fuori e da sotto di noi, e se non fosse stato per le guardie che avevamo trovato nell’atrio, avrei potuto pensare che il palazzo dei Cribbs era stato abbandonato.
    Aggrottai la fronte quando un pensiero orribile mi attraverso la mente: già avevo il dubbio che Colleen non fosse stata portata in quel luogo, ma trovare corridoi deserti mi stava davvero facendo credere che Savannah e i suoi se ne fossero andati. Del resto, le guardie all’ingresso avrebbero potuto essere un diversivo. Non avevamo sentito forse degli spari, prima? Scossi la testa, cercando di pensare ad altro.
    Una porta che si apriva di fianco a noi facendo uscire un uomo smentì immediatamente il dubbio che pian piano stava affiorando alla mia mente. Il tipo non aveva in mano armi, ma la sua vista mi fece comunque sobbalzare perché inaspettata. Mi irrigidii alla sua vista e alzai la pistola puntandogliela contro, ma quando feci per parlare, Jordan mi anticipò sferrando un colpo di machete al fianco dell’uomo.
    «E che cazzo, Jordan!» mi ritrovai ad esclamare esasperato, alzando gli occhi al cielo un istante, prima di fissarla, nuovamente arrabbiato. «La prossima volta colpiscilo alle gambe e non al fianco! Con tutta probabilità gli hai preso un polmo –» mi interruppi per ringhiarle un attimo contro. «Smettila di muovere il machete! Peggiori solo la situazione! Se vuoi che ti risponda stai ferma!», ordinai.
    Mi avvicinai di un passo al tipo, la pistola abbassata di nuovo. «Senti, abbiamo solo bisogno di sapere dove si trova Colleen, la rossa del nostro gruppo. E se fossi così gentile da dirci anche cosa vuole fare Savannah, ti prometto una morte veloce e di non farti trasformare. Nessuno di noi è in grado di curarti purtroppo».

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    Everyyy steeeepp tha' i taaakkeeee... is anotha' mistaaaaakeeeee!

    Si ogni passo verso l'alto, era un ossimoro chiaro e netto, della discesa verso la follia. La nostra. Iniziai la canzone mimando i Police, ma la terminai copiando quella dei Linkin Park. Chiaramente, adoravo la prima e schifavo la seconda, ma ci stava tutto dentro. Un pò alla Beetle di Transformer che parlava con la Radio al posto della voce. Fantastica. PAZZESCA.
    Appunto.

    Mi voltai un paio di volte verso Dan, mimando il "buco nell'acqua", quando questo cercava nelle stanze vuote. Con J scambiavo scioccherìe da stupidi, con versi, linguacce, diti medi invece. Il tutto, passeggiando senza cagare veramente il rischio che stavamo correndo. C'erano armi - forse - puntate su di noi un pò ovunque. Tizi - forse - a ogni piano. La morte dietro ogni angolo - quello sicuro -.

    Cominciò a salirmi un dubbio? MA c'era veramente qualcuno? O ci eravamo creati la nostra prigione mortale personale, da SOLI? Cazzo, avrebbe fatto uscire di testa anche il più solido degli strizzacervelli! Per fortuna, J ci regalò un intermezzo divertente, facendo fuori l'ennesimo Cribs col suo machete.

    Fu un attimo, questo spuntò da una porta e ZAC! Si trovò a dover digerire dell'acciaio americano, dal lato sbagliato però. Il suo fianco infatti, prese a sanguinare immediatamente e copiosamente. Sarebbe morto di lì a pochi istanti. Il dolore, la sorpresa, il tutto lo lasciò un attimo senza fiato, facendolo accasciare quasi senza un lamento per i primi due secondi. Poi le urla presero a riempire il corridoio.

    Fu il caos, ovviamente. Con Jordabeth che urlava frasi sconnesse che non facevano altro che farmi spanciare - ahah, gioco di parole - dal ridere, e DAN, che dal canto suo urlava di DARSI UNA CALMATA CAZZO!
    Mi persi le sue ultime parole perchè, porca troia, stavo ridendo comm nu' scem

    Gastrite J!! Ha un attacco forte di mal di pancia, non lo vedi? schiattai quasi dal ridere, con Dan che cercava di interrogarlo
    Jamm'bbell che vuoi che ti dica stu'strunz è già bello che morto.. finii la frase con un buffetto sul naso del tizio, che stava sbiancando in tempo ZERO. I suoi occhi avevano già ballato la danza macabra dell'addio alla vita terrena e di lì a qualche secondo, sarebbe svenuto. Senza più alzarsi. Anzi no, SI, si sarebbe alzato eccome.

    Schiattai a ridere al pensiero.
    SE ti fa il dito, Dan, non mi meraviglierei.. Andiamo ragazzi. La scalata verso il Paradiso non è ancora finita.. ci attendono le ali lassù..
    parlai quasi sottovoce, con aria di chi sta dicendo un segreto, ma che in realtà sussurrava folli pensieri ad altrettanto folli spettatori. Le metafore che sottintendevo, erano futìli quanto improbabili, e anche se poteva avere un senso, salire era sempre più una scelta disperata piuttosto che ponderata.

    Una scelta folle.
    Salutami lo stronzo di Andrew, quando lo raggiungi.. pezzo di mmerda.. dissi al tizio, dandogli un'ultima pedata nel petto per schiantarlo a terra
    Non ci dirà niente.. su.. la vita di Col potrebbe dipendere da questi attimi persi a cazzeggiare.. facimm ampress!!

    dissi, spronandoli ad andare.


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    Ferito a morte, il solitario soldato dei Cribs accoglie la morte con un amaro, provocatorio sorriso: ormai certo dell'inevitabilità del proprio decesso, non ha alcun motivo per soddisfare le richieste dei suoi nemici. Tossendo sangue, ignorando le richieste di Dan prima di essere colpito da Shawn, muore in pochi istanti.
    Jordan, persa nella sua (momentaneamente ingenua) follia e incapacità di comprendere quanto stia accadendo, osserva la situazione perplessa, in parte furiosa per l'assenza di risposte dell'uomo e in parte triste per la sua morte... per cui ovviamente non è in grado di incolpare sè stessa. Per lei quel decesso è tanto inspiegabile quanto strano e, sebbene non convinta, decapita il corpo dell'uomo, ascoltando l'invito del pagliaccio a impedire che si trasformi in un mostro tentacolare.
    Non che sappia cosa sia un mostro "tentalocolorare", ovviamente.

    I tre superstiti procedono ulteriormente nell'edificio assediato, senza incontrare alcun altro sopravvissuto, raggiungendo infine l'ufficio di Savannah. Jordan, entusiasta, spalanca le porte cantando e danzando, notando immediatamente la vecchia Cribs in piedi, di schiena, rivolta con lo sguardo verso l'esterno, oltre le grandi vetrate dell'ufficio.
    Vi ho sottovalutati, ragazzi esordisce la vecchia signora, senza voltarsi nella loro direzione, osservando dall'alto con vaga malinconia l'orda che ormai ha sfondato le barriere del palazzo Credevo che avrei potuto ragionare con il signor Krupp ma, evidentemente, le sue... armi... sono state più efficaci rispetto alle mie. Quando le pattuglie uscite insieme a voi non sono tornate, ho creduto che anche voi vi foste uniti a lui ma...
    La vecchia si gira soltanto in quel momento, con un sorriso sarcastico: Ma, vedendovi intrappolati qui insieme a me e senza la giovane amica del signor Dan, ho il timore che anche voi siate abbiate sottovalutato quell'uomo.
    Il sorriso da squalo della vecchia signora, infine, rivela quanto forse avevano sospettato inconsciamente: Leen non è in mano alla vecchia Cribs ma a Krupp... i suoi rapitori, infatti, altro non sono che traditori dei Cribs, la cui lealtà è passata al pericoloso mercenario.




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    ↘ Quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo. Anzi, non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero. Ma su un punto non c'è dubbio. Ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi è entrato.

    Sbuffai alle parole di Shawn, in parte infastidito dal fatto che avesse ragione e in parte molto agitato dalla continua assenza di Colleen. Nel momento in cui vidi la vita abbandonare il corpo della guardia, estrassi il martello e gli diedi un paio di colpi in testa per non farlo rialzare, non senza aver mandato un’occhiataccia al Joker che l’aveva buttato a terra, cosa che non era esattamente comoda.

    Pulii il martello nei pantaloni del tizio, poi mi rialzai e annuendo semplicemente agli altri due mi avviai con passo deciso lungo il corridoio. Nonostante avessi già più o meno percorso quei corridoi, quel posto cominciava a sembrarmi infinito: un mare di porte, di luoghi che non mi sembrava per nulla di ricordare. Era come se la mia mente non volesse collaborare e mentre una parte di me sapeva di essere già stato in quei posti, di aver percorso quei corridoi, all'altra sembrava quasi che tutto fosse una tela bianca, un elemento irriconoscibile dall'altro.

    Pensiero davvero terrificante nel mio stato d'animo, ma cercavo di non farmi distrarre anche da quello, perché i miei compagni di sventura bastavano ed avanzavano moltissimo: Jordan danzava spalancando le porte a destra e a manca, mentre Shawn si limitava – per modo di dire – a fare battutine stupide e a guidare la sua amica folle lungo i vari piani.

    Quando finalmente raggiungemmo la cima della Torre, il piano della "Strega Malvagia", rinfoderai il martello e puntai invece la pistola davanti a me verso il pavimento, cercando di osservare qualsiasi dettaglio che potesse essermi utile sia nella mia ricerca personale che nella missione del gruppo.

    Nonostante sapessi perfettamente che l’ultima stanza in cui stavamo entrando era l’ufficio del boss, fui colto completamente alla sprovvista quando la figura di Savannah mi si parò davanti.

    Alla sua vista alzai la canna dell'arma puntandola proprio addosso alla donna che dovevo star osservando con un’espressione d'odio probabilmente mista a un pizzico di curiosità incredula e alla più nera disperazione. Non volevo credere alle sue parole, non potevo davvero accettare che Colleen non fosse raggiungibile lì, che il gruppo che l'aveva rapita l'avesse portata da Krupp invece che dai Cribb.

    «Dammi un solo buon motivo per cui dovrei tornare a fidarmi di te!» dissi a bassa voce in tono rabbioso, quasi ringhiando fuori con grosso sforzo quelle parole.

    Una parte di me desiderava ardentemente dare fuoco a tutto, ma fortunatamente la logica prevalse nel momento in cui misi a fuoco l'unico obiettivo per cui ancora mi trovavo assieme alla Suicide Squad, ovvero salvare la mia protetta. Avremmo dovuto trovare in fretta un modo per disfarci dei non morti e anche un modo per stabilire una volta per tutte se quella megera dai capelli biondi fosse con noi o contro di noi.

    Un angolo della mia mente si ricordò anche dell'altro membro del nostro gruppo di pazzi, Skylar, e per un istante mi chiesi che fine avesse fatto, cosa avesse scelto di fare in quella partita a scacchi che sembrava infinita e che mi aveva fatto molto pentire di essere arrivato nella Grande Mela. Avrei fatto meglio a tornare a casa, perché forse in un luogo tanto sperduto ci sarebbero stati meno squali.

    Un movimento ai margini del mio campo visivo mi fece tornare con i piedi per terra e la mente al presente. Rialzai l'arma quando mi resi conto di averla abbassata e mi spostai di lato per evitare di intralciare gli altri due, anche se non sapevo cosa avrebbero deciso di fare, come avrebbero reagito alle parole di Savannah e alla quasi totale certezza che una via d'uscita da lì non c'era.

    Tornando a fissare il capo dei Cribbs, sola davanti alle grandi vetrate del palazzo, mi resi finalmente conto di cos'altro ci fosse di stonato in quella scena. «Dov'è il resto dei tuoi uomini?» dissi guardandomi attorno con occhi spiritati, allerta anzi quasi schizzato e sempre più paranoico. «Non puoi davvero cercare di farmi credere che hai seriamente mandato via tutte le guardie e che gli unici uomini che ti erano rimasti sono i tre poveracci che abbiamo incontrato arrivando qui».

    Non credevo che quella donna che si era spinta fino all'inverosimile per sopravvivere all'apocalisse avesse fatto un errore tattico di quel genere. Era decisamente più probabile che i Cribbs che restavano nella torre, gli ultimi probabilmente fedeli, avessero creato una barricata nei piani più bassi e stessero cercando di respingere la mandria, per quanto inutilmente.

    E potevo anche capirli: non volevo arrendermi, dovevo salvare Colleen e assicurarmi che stesse bene, dovevo riuscire a sfuggire ai folli da cui ero circondato e andarmene da New York.

    Mi guardai intorno facendo ben attenzione a tenere la Strega Malvagia nel mio campo visivo, alla ricerca di una possibile soluzione. Avevo un paio di idee folli molto vaghe in mente, ma per eseguirle avevo comunque bisogno di materie prime.

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    Quando entrammo nella stanza di Savannah, quella non deluse le mie aspettative. La donna era Sola, con la S maiuscola, e sedeva sul "suo trono di spade". Solo che la spade erano la SEDUTA stessa e puntavano tutte in direzione del suo Ano solitario. Si, era rimasta appiedata.

    Entrai a passo cadenzato, gongolando, ma lasciai la scena agli altri. Reprimendo tutte le mie battutacce che, impellenti, stavano gorgogliando dal fondo dello stomaco, in attesa di avere il tempismo giusto. E anche per godermi appieno le quelle dei miei compagni, che, onestamente, erano dei soggettini niente male.

    CITAZIONE
    «Dammi un solo buon motivo per cui dovrei tornare a fidarmi di te!»

    Vi ho sottovalutati, ragazzi esordisce la vecchia signora, senza voltarsi nella loro direzione, osservando dall'alto con vaga malinconia l'orda che ormai ha sfondato le barriere del palazzo Credevo che avrei potuto ragionare con il signor Krupp ma, evidentemente, le sue.. armi.. sono state più efficaci rispetto alle mie. Quando le pattuglie uscite insieme a voi non sono tornate, ho creduto che anche voi vi foste uniti a lui ma...
    La vecchia si gira soltanto in quel momento, con un sorriso sarcastico: Ma, vedendovi intrappolati qui insieme a me e senza la giovane amica del signor Dan, ho il timore che anche voi siate abbiate sottovalutato quell'uomo
    .

    Sorrisi, stronfiando un pochino, ma non era ancora il momento di parlare. Strabuzzai gli occhi a quell'affermazione, sapendo che QUALCUNO avrebbe reagito immediatamente. Ridevo, ma c'era poco da ridere, sapendo che Collee, la nostra piccola Col, non era lì. Mi voltai verso Dan, incrociando per un attimo gli occhi di Jordan. Mi stavo per strappare lo stomaco dal ridere, ma mi trattenni: ero proprio curioso di sentire che avesse da dire

    CITAZIONE
    «Dov'è il resto dei tuoi uomini?» dissi guardandomi attorno con occhi spiritati, allerta anzi quasi schizzato e sempre più paranoico. «Non puoi davvero cercare di farmi credere che hai seriamente mandato via tutte le guardie e che gli unici uomini che ti erano rimasti sono i tre poveracci che abbiamo incontrato arrivando qui».

    A quel punto, il povero Dan non aveva per niente capito la situazione. Scossi la testa, ciondolandola verso il basso. L'arma che tenevo in mano mi rendeva ancora più "pupazzo", nel mentre gesticolavo "stufato" per l'ennesima uscita "a vuoto" di Dan. Savannah lo guardò quasi intenerita, ma vedendomi avvicinare, cambiò subito espressione: la consapevolezza di "essere arrivata al capolinea" la colse in pieno.
    In pieno petto, togliendole un pò il fiato.
    Aveva capito, che di lì a poco sarebbe morta.

    Alzai le sopracciglia, come a "invitarla" a continuare il discorso. A rispondere al povero Dan, come se sapessi DAVVERO cosa aveva da rispondergli. Cioè, si, per me era CHIARO come il sole che era SOLA e gli ultimi "baluardi", erano quei due stronzi due che avevamo massacrato strada facendo. No, non quello. Come se sapessi davvero cosa poteva dire di "fatidico", in quegli ultimi istanti. Così le feci gesto di parlare, avvicinandomi a lei..

    ----------------------------------------------------------------



    Signor Dan.. davvero me lo chiede? mi guardò stupita, così le feci gesto di andare avanti
    ..non li ho mandati via io. Se ne sono andati. Mi hanno tradita. Sono rimasti solo due di loro, perchè uno era stato morso e voleva "recitare le ultime preghiere" con calma.. mentre l'altro.. bhè l'altro era l'unico di cui potevo fidarmi..
    Savannah continua con aria "giocherellosa", sorride come potrebbe fare una bambina, attirando lo sguardo incuriosito di Jordan, quello stranito di Dan e quello STUPEFATTO DI Shawn.. l'unico che se la ride come un pazzo
    OHW.. WOW.. SAVANNAH! Cattivella sporcacciona.. davvero? Avrà avuto dodici.. sedici?.. anni meno di lei!!
    Savannah fa spallucce, ma continua senza pudore. Forse non c'è più ragione di essere "pudica".
    Signor Shawn, ho un'anima anchio.. e pure una vagina. Perchè no?
    Dan arriccia la bocca, Jordan sogghigna cattiva, Shawn apre la bocca in cerca d'aria
    Gli unici, Signor Thompson. Gli altri sono scappati, oppure, la maggior parte, si sono uniti a quella..Bestia.
    La donna vorrebbe voltarsi ma Shawn ne cattura l'attenzione. E' il suo momento.

    ------------------------------



    L'uscita di SaVaginah mi aveva quasi ucciso. Avevo scimmiottato la scena per tutto il tempo, fingendo sopresa, orrore, disgusto, piacere perverso - del resto, era una bella GILF dai -, ma c'era tanto da dire. Era giunto il mio momento. Quando ebbe finito, la presi per le spalle e le schioccai un bel bacio in fronte.
    BRAVA LA MIA NONNINA! Sta cosa del sesso fa nu poc' schif, ma apprezzo la sincerità! Siamo nel nuovo millennio, no? Apertura mentale.. io ho pure quella Anale, che dovrei dire? feci una battuta sulle mie "esperienze sessuali", altrettanto riprovevoli.

    Le afferrai le spalle, di lato, rivolgendomi al gruppo. In particolar modo verso Dan.
    PSST! Bello! Focus.. Ha appena detto che Col non è qui... realizzi? Siamo fottuti e forse lei diventerà la bambolina di Krupp e compagnia bella... Savannah, oramai, conta quanto il fumo della merda..

    Prima che potesse rispondermi incazzato per la mia battuta, alzai un indice verso di lui
    EHY! Calma, con questo non voglio dire che ci dobbiamo arrendere.. anche se la prospettiva di essere tutti belli che fottuti qui, è palese.. Solo che Savannah, oramai, è l'ultimo dei tuoi problemi. Non saprà dirci niente e adesso, lei è solo l'ombra di quella che era un tempo.. questa donna è Sola. Persa. E morirà da sola... proprio come suo figlio.

    Mi voltai verso di lei. Per la prima volta, vidi qualcosa come LACRIME nei suoi occhi da vampira. Forse, si, forse, aveva un'anima. O forse si cagava semplicemente sotto, perchè non aveva mai preso in considerazione l'opzione della sconfitta. E della morte. La mia frase aveva un peso, era un'allusione chiara, su cosa le sarebbe successo di lì a poco. La guardai negli occhi sorridendo come un bastardo.
    L'elicottero Savannah.
    La donna corrugò la faccia. Non subito, ma poi. Lo sguardo diceva chiaramente "in che senso?"
    Dai su, lo sappiamo che hai un elicottero. Ce l'hanno tutti quelli come voi, un elicottero. Dimmi che ce l'hai. E che magari sai pure guidarlo.. AH NAAA!! Lasciamo perdere.. Savannah: è sul tetto?

    Era impossibile che sapesse guidarlo. Ironia della sorte, forse era proprio uno dei due rimasti quello che sapeva guidarlo. Sempre che l'elicottero...
    Non sapete guidarlo..
    ... ci fosse.

    BINGO!! MARONN' du cazz!! C'E'!! Ve lo avevo detto!!
    Jordan esultò, senza capire bene - assolutamente - la situazione, Dan rimase a bocca aperta.
    SO guidare tutto io. No problem.. la ripresi per le spalle, la strinsi forte e le sorrisi da vero Joker
    Grazie tesoro.. sei stata.. sei stata.. non mi viene. Per questo non ti butterò di sotto dal palazzo, come tuo figlio. Voglio darti una possibilità. indicai a jordan di avvicinarsi. La ragazza si avvicinò con aria MALEFICA, ma la fermai subito.
    la pistola.

    Se Krupp era un bastardo, Holt lo era stato, Savannah era sempre stata "una signora". Aveva avuto stile, nessun "gambetto" insomma. Era una vittima di sè stessa, proprio come noi del resto. Così sfilai la pistola a Jordan, tolsi il caricatore e lasciai un proiettile in canna.
    La poggia infine sul tavolo, sorridendo e facendo spallucce. Volevo darle un pò di rispetto, per dimostarle che un pò "aveva vinto", seppur la stessimo per fottere definitivamente.

    Ci vediamo all'inferno Savannah. Salutami Andrew. Noi arriviamo un pò più tardi però..
    Il rumore di sottofondo aumentava e presto i vaganti sarebbero arrivati fino lassù. Un vetro rotto o un colpo di pistola poi, avrebbe accelerato la cosa. Feci gesto agli altri di andarcene e salutare Savannah.
    Lasciandola sola.
    A morire da sola.

    Abbiamo un cazzo di elicottero da prendere! dissi con aria da pazzo, con un idea folle in testa, progettando la morte più pazza di tutti. Un piano SUICIDA.

    Del resto, eravamo o no la Suicide Squad?


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    Ero genuinamente interessata a scoprire perché Sawyyyyyyyyyyyyyyy fosse ancora nel palazzo ma, appena entrata nella stanza, notai Katy in un angolino, impegnata a giocare con un orsetto di stoffa, e mi distrassi istantaneamente. Volevo trovare Leen ma non ero incline ad ascoltare luuuuuuuuuunghi discorsi e Danny, Shawny e Sawy utilizzavano sempre parole difficili!!
    Colsi alcuni frammenti della loro discussione, scoprendo che Leen NON fosse lì - era nascosta?? era un gioco??? -, che la vecchia Cribs fosse stata ingannata e che tutti l'avessero tradita. Essere traditi era un avvenimento triste, brutto e grigio... non era rosso oppure giallo come la felicità oppure verdenero come una nuvola bianca.
    Danny era arrabbiato - colorato come una soffitta -, Sawy era terassegnata - colore pera - mentre Shawny era divertito - colore quattro -. La bambina (Katy) voleva giocare con me, quindi cercai di dividere la mia attenzione tra lei e gli altri presenti nella stanza, istintivamente attirata dalle espressioni giocose e strane che Joky e la vecchia Cribs alcune volte adottavano durante la loro conversazione: probabilmente stavano raccontando una storia!!!
    La voce del pagliaccio, improvvisamente felice e rumorosa, mi spinse a voltarmi e a festeggiare allegramente: BANGO MARE DUZZ CCCCE!! LO AVEVA DETTO!!
    Non sapevo cosa avesse detto ma sicuramente era qualcosa di BEEEEEEEEELLOOOOOOOOOOO!
    Anche Katy era felice, tutti erano felici!!! Escludendo Sawy - che era triste - e Danny, che non era felice ma sembrava essere speranzoso.

    Non sapevo cosa fosse un tottero ma Shawny mi spiegò che fosse una ENOOOOOOORME automobile volante; lo osservai con la bocca spalancata, sconvolta, emozionata e curiosa. Non comprendevo perché avessimo necessità di utilizzare una magia simile - oh, giusto, eravamo circondati da demoni - né perché Sawy avrebbe dovuto usare la pistola per uccidere sè stessa... nuovamente Shawny mi spiegò cosa stesse accadendo, quindi sorrisi triste alla vecchia Cribs: Ciao Sawy, sei stata cattiva e malevola, sei vecchia e hai un odore strano, però mi dispiace che tu sia costretta a morire dissi sinceramente, prendendo Katy per la mano e agitando l'altra per salutarla Ciao ciao Sawy!!!
    I demoni si avvicinavano, il suono delle loro bocche e dei loro passi cresceva costantemente, quindi fummo costretti a scappare verso il tetto del palazzo, dove avremmo trovato l'automobile magica volante: ero emozionatissima!!
    Incontrammo immediatamente un altro abitante del palazzo, il folletto maligno che cercava costantamente di entrare nella mia stanza quando dormivo: era malevolo e mangiava i bambini durante la notte ma, in realtà, nei miei confronti non era maligno. Anche se era chiamato folletto maligno.
    Era una sfida tra noi: io chiudevo la porta e lui cercava di entrare. UN GIOCO!!!!!
    Ssssssssiiiiiiiiii ssssssscappiamo, sssssssssssstanno arrivando sibilò, sputando dalla sua bocca un piccolo osso di bambino. Non avrei potuto abbandonarlo, quindi annuii e ripresi a correre, attirata dalle (costanti) urla di Joky.

    ---------------------



    Raggiunto il tetto del palazzo, seguiti anche da Katy e dal folletto maligno, finalmente compresi cosa fosse un panicottero: era grande, metalloso e strano. Molto strano. Aveva grandi braccia grigie, lunghe e rettangolari, piatte e incredibilmente simili a un machete!
    Scattai verso quella strana automobile volante - non riuscivo a credere realmente che quella automobile potesse volare come un uccello -, sorpresa e curiosa... ma quando posai lo sguardo all'interno, vedendo quella enooooooooooorme quantità di leve, pulsanti e vetri, ebbi un improvviso, sconvolgente lampo di lucidità.
    Tu non sai guidare questa automobile volante... abbozzai, accarezzando il freddo metallo e voltandomi verso Shawny, osservandolo con malinconia Non riusciremo a sopravvivere a questa situazione, lo so... aggiunsi, sorridendo triste.
    Non avevo paura di morire in realtà, non avevo mai avuto paura di morire... ogni istante della mia inutile, patetica vita non era stato meritevole di essere difeso oppure ricordato. Escludendo, ovviamente, gli anni trascorsi con il mio Liam.
    Vidi l'uomo corvo, fluttuare nell'aria oltre il bordo del palazzo: voleva portarmi con lui nell'Inferno, lo sapevo. Meritavo di finire tra le mani del nemico del Signore, avevo commesso tanti atti cattivi, avevo ucciso tante persone... avevo tradito Liam e le sue lezioni e quello sarebbe stato il momento di essere punita.
    Una parte di me, quella ancora lucida e normale, aveva sempre atteso quel momento, consapevole che sarebbe stata una punizione giusta.
    Quando Shawn ammise di avere mentito, non mi arrabbiai e corsi verso di lui, abbracciandolo con energia, affetto e dolcezza: Anche se hai distrutto la Comunità, ti voglio bene... hai salvato i miei fratelli e sorelle dalla mia follia e li hai riuniti a Liam dissi, stringendolo, sconvolta dalla mia stessa lucidità Oltre a Liam, sei stato l'unica persona ad avere provato affetto nei miei confronti... ti voglio tanto, tanto bene Shawny conclusi, sollevandomi sulle punte dei piedi per baciarlo sulla guancia.
    Voglio bene anche a te e a Leen, Danny... anche se non siamo stati insieme per molto tempo... ripresi, abbracciando anche il mio nuovoultimoquasimoltoamico, posizionato vicino a noi. Mi voltai quindi verso l'uomo corvo e.... e vidi il mio Liam, sorridente.
    In una mano reggeva la testa mozzata dell'uomo corvo - LO AVEVA UCCISO!! - e tendeva l'altra nella mia direzione, porgendola come quel lontano giorno in cui mi aveva salvata, sorridendo serenamente. In quell'istante compresi che mi aveva perdonata, che avevo già subito la mia punizione... avevo sofferto, ero stata torturata e violentata, distrutta fisicamente e mentalmente e, nel mio cuore, ero stata divorata dal rimorso per ciò che avevo commesso.
    Il rimorso... il rimorso, il perdono e l'amore erano i sentimenti che il Signore preferiva, che considerava importanti realmente, Liam lo ripeteva sempre. Io avevo amato Liam e provavo un rimorso infinito per averlo ucciso mentre lui, che era il migliore tra tutti coloro che erano esistiti nel mondo, mi aveva perdonata.
    Non sarei precipitata nell'Inferno, sarei stata nel Paradiso insieme a lui... ero così felice da perdere tante, tante lacrime...

    Cercai lo sguardo dei miei amici, sorridendo tra le lacrime, posai lo sguardo su Katy, che strinse il suo orsetto e mi salutò con la mano, e quindi sul folletto maligno, che annuì e sibilò sssiiii.
    Ero pronta, finalmente, potevo tornare al fianco di Liam, al fianco dell'unico uomo che avesse creduto in me, che mi avesse amata come una... figlia. Era stato l'unica nella mia vita, in quella lunga, insulsa, ripugnante vita che avevo avuto... una vita di solitudine, degrado, abbandono e dolore.
    Liam mi ha perdonata, Shawny... mi aspetta nel Paradiso... è laggiù, non lo vedi? rivelai al mio amico, sussurrando e indicando la figura del mio salvatore oltre il bordo del tetto Devo andare adesso... ciao ciao ciao!! conclusi, salutandoli allegramente (ma con un velo di tristezza, perché ero stata felice insieme a loro).
    Avanzai quindi verso Liam, lentamente, per quanto desiderassi follemente correre nella sua direzione: era così bello... volevo assaporare ogni istante di quel cammino, prima di abbracciarlo nuovamente dopo tanto, troppo tempo.


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    ↘ Quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo. Anzi, non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero. Ma su un punto non c'è dubbio. Ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi è entrato.

    Fermarsi e trovarmi faccia a faccia con la crudele realtà non era decisamente quello che avevo intenzione di fare, ma la situazione non mi faceva comportare diversamente.

    Scoprire che Savannah era stata tanto stupida da credersi imbattibile, da pensare che i suoi uomini le sarebbero stati fedeli sempre e comunque. Fedeltà e lealtà erano caratteristiche rare anche in un mondo normale, quello che esisteva prima dell’arrivo dei vaganti, quindi come giustificava quella stupidità?

    Mi ritrovai a fissarla imbambolato. Non riuscivo davvero a credere a quello che aveva appena detto. E poi era stato subito mandare tutti non solo perché dimostrava una stupidità di fondo e una mancanza di comprensione della psiche umana di cui sinceramente mi stupivo, visto che si trattava di Savannah, ma era anche una grossa falla nella strategia della donna, perché rimanere completamente sguarnita – tre guardie non erano certo una protezione sufficiente – voleva dire tirarsi inevitabilmente addosso degli attacchi.

    Mi voltai verso la finestra, completamente dimentico dell’idea che mi era appena venuta per cercare di guadagnare tempo: a cosa sarebbe servito? Ero certo che Savannah non avesse idea di dove fosse Colleen, e io avevo perso un sacco di tempo per cercarla al Palazzo dei Cribbs. Mi diedi del deficiente da solo, avrei dovuto prevedere quella situazione e trovare una strada alternativa.

    Mi riscossi da quei pensieri sempre più macabri solo nel momento in cui Shawn si rivolse direttamente a me. Lo osservai impassibile per qualche istante, poi sbattei piano le palpebre per far sparire la patina che si era formata e focalizzarmi su quello che stava accadendo. «Si, Shawn... avevo capito anche senza il tuo intervento...» gli dissi con un grosso sospiro, poi chiusi gli occhi per qualche secondo, decidendo che quando li avrei riaperti mi sarei riavuto, avrei allontanato la paura per la sorte di Colleen e mi sarei concentrato al massimo per trovare un modo di riaverla tra le braccia.

    Mi voltai assieme a lui verso Savannah, aspettando la sua risposta sull’elicottero. Ci credevo poco, anzi per niente, visto come stava andando l’andazzo. Cosa avevamo fatto per meritare quella sfiga? Sopravvivere? Ancora per poco, però, evidentemente così l’universo sarebbe stato soddisfatto...

    Fissai sbigottito la Strega Malvagia quando ci confermò che effettivamente un elicottero esisteva, poi fissai ancora più sbigottito il Joker al mio fianco che esultava e sosteneva che sarebbe stato in grado di guidarlo.

    E anche se fosse, a cosa sarebbe servito? A rimandare la nostra ormai inevitabile morte?

    Seguì Shawn e Jordan fino al tetto, muovendomi senza ben sapere dove stessi andando, perché e cosa stessi facendo, quasi come in un sogno.

    Mi sembrava che il mondo mi stesse crollando addosso tutto in una volta. Avevo resistito a lungo durante il viaggio che avevo intrapreso fino alla Grande Mela, avevo cercato di essere forte, di mostrarmi come un pilastro per tutto il gruppo, anche quando questo si era ridotto solo a me e Colleen. Evidentemente mi ero illuso, era stata tutta una finzione, dovevano essersi formate parecchie crepe con l’andare del tempo, perché era bastato un istante a far crollare quel castello di carte.

    Arrivati sul tetto mi fermai un istante oltre la porta a osservare la curiosità infantile di Jordan nello scoprire l’elicottero, su cui aveva chiesto informazioni durante la strada. Poi mi avvicinai al bordo, notando come da tutte le strade che circondavano il palazzo sembravano arrivare sempre più mangiacervelli, quasi spuntassero come funghi.

    Scossi la testa e tornai al nostro mezzo di trasporto e strumento di morte, in tempo per sentire le ultime osservazioni di Jordan. Non mi sorprese che Shawn non sapesse guidare quel coso, sarebbe stato molto più strano il contrario, e mi ero ormai abbastanza rassegnato alla sorte che ci toccava, per cui sorrisi mestamente alla ragazza: «Sei diventata simpatica anche tu, J!»

    Aggrottai la fronte quando la vidi cominciare a piangere e mi guardai attorno chiedendomi cosa fosse accaduto, anche se era successo tutto talmente in fretta che ne dubitai.

    Quando si voltò nuovamente verso Shawn, sussurrandogli delle parole che colsi solo in parte, ebbi un terribile presentimento. Presentimento che si rivelò essere azzeccato quando Jordan ci salutò con un sorriso un po’ triste e un po’ felice e si diresse senza esitazione verso il bordo del tetto.

    Mi si gelò il sangue nelle vene: stava davvero per buttarsi di sotto? Cosa le aveva fatto prendere quella decisione? La situazione era disperata, ma potevamo comunque tentare!

    Vedere Jordan comportarsi in quel modo fu lo shock che mi servì per riprendermi completamente e riguadagnare la lucidità, almeno la lucidità che mi sarebbe servita per affrontare la situazione e sopravvivere ancora un po’. Mi resi conto solo in quel momento di come non avessi alcuna intenzione di lasciarla andare e di come mi sarei pentito se le avessi permesso di buttarsi di sotto.

    Mi lanciai quindi in avanti e tentai di prenderla per la vita bloccandole in contemporanea le braccia, poi la sollevai. «Assolutamente no!» le urlai, «Non fare l’idiota, Jordan! Non è il momento di compiere altre pazzie» aggiunsi e cominciai a trasportarla di peso verso l’elicottero. «Shawn, accendi il motore e cerca di fare partire quell’affare! Dobbiamo andarcene da qui!»

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    Giunti sul tetto, dopo l'ennesima corsa a perdifiato, l'elicottero si stagliò in tutta la sua magnificenza sullo sfondo del cielo limpido e terso. Ny aveva assunto un aspetto meraviglioso sin dai primi giorni di apocalisse: nessuna nuvola, niente smog, fumo, vapori. Il cielo era diventato bellissimo, non appena la comunità umana era scomparsa del tutto. Un lato positivo, Cazzo, c'era.

    Mi voltai con le braccia aperte verso il gruppo, con uno sguardo eloquente: VE LO AVEVO DETTO. Lo dicevo con gli occhi folli, la bocca spalancata e un sorrisone a settantadue denti. Non stetti ad ascoltare le loro risposte, e mi ci fiondai addosso. Mi spalmai sul vetro e il freddo metallo, accarezzandolo come fosse stata una gran fica.

    CITAZIONE
    Tu non sai guidare questa automobile volante.. Non riusciremo a sopravvivere a questa situazione, lo so...

    Mi disse Jordan affiancandomi, mentre facevo effusioni depravate - barra, petting - con il MIO elicottero privato. Dapprima non la considerai, mugugnando qualcosa come maronn come sei bono.. sei eccitantissimo elicotterino mio.., poi afferrai qualcosa nella sua voce che non mi piacque. Così voltai lo sguardo su di lei, notando come fosse malinconica.
    E afferrai che stava parlando sul serio riguardo all'elicottero e le mie capacità - ovviamente NULLE, ma questo nessuno lo sapeva - di guidare quel coso.

    Ma. bambin.. mi interruppe più con gli occhi che con la bocca, poi continuò
    CITAZIONE
    Anche se hai distrutto la Comunità, ti voglio bene.. hai salvato i miei fratelli e sorelle dalla mia follia e li hai riuniti a Liam. Oltre a lui, sei stato l'unica persona ad avere provato affetto nei miei confronti.. ti voglio tanto, tanto bene Shawny..

    rimasi senza parole. Era stata.. dolcissima. REALE. Forse, per davvero, era la prima volta che parlavo con Jordan. LA VERA JORDAN. Quella che c'era sotto tutta quella schifezza che era dovuta diventare, per colpa di una vita sfortunata. Di merda, per la precisione.
    Mi sentii quasi in colpa, per averle distrutto quel piccolo regno, ma al contempo, sentii che così avevo potuto averla al mio fianco, almeno per un pò.

    Che così avevamo potuto condividere un pò di quell'orrore, scoprendoci, amandoci in qualche modo. Sentivo di voler davvero tanto bene a quella piccola donna che c'era sotto il livello infernale che appariva in superficie e rimasi annichilito da esso. Le sue carezze, il suo tenero bacio, mi zittirono - EVENTO RARISSIMO -, lasciandomi senza parole.

    Sentii un dolore al petto, come non avevo mai provato. Sentivo che la vita era stata ingiusta con noi, e sopratutto con lei. Ci avevano sporcato, distrutto, violentato. Eravamo simili, sopravvissuti. E quello, CAZZO, doveva pur valere qualcosa. Sentivo anche che, forse, era stanca. Si capiva dalla voce, finalmente la SUA, che forse non volveva "volare" via.

    Che forse, invece, voleva farlo ma di sua mano. Di SUA SCELTA.
    E non "mossa" da entità malvage, create dal male puro che gli altri umani - i veri mostri, altro che morti viventi - le avevano fatto. Sapeva che le opzioni erano due: A, morire schiantandosi con l'elicottero. B: se sopravvissuti, probabilmente catturati, torturati e violentati ancora dagli uomini di Krupp. O C, mangiata viva dai DEMONI.
    Voleva avere, visto che aveva "le redini" finalmente, e una volta per tutte, potere decisionale sulla sua vita.

    Stava dicendo BASTA.

    Come darle torto? Sentivo dentro di me l'impulso fortissimo di trattenerla. DI salvarla. E sarebbe stata, per la prima volta nella mia vita, un vero gesto altruista e non egoista. La volevo salvare, darle un altro giorno.. ma sapevo anche che non era una promessa che potevo mantenere. Specialmente alla guida di quel.. coso.

    Così tacqui. Le sorrisi dolcemente e la osservai mentre guardava cose lontane e sopratutto che non c'erano. La lasciai andare. Non insistetti oltre. Mi appoggiai all'elicottero e tenni lo sguardo fisso su di lei, sussurrandole con il labiale
    i love you.


    CITAZIONE
    Assolutamente no! Non fare l’idiota, Jordan! Non è il momento di compiere altre pazzie!

    Fu l'irruento Dan, che aveva la tendenza a compiere entrate plateali per natura, a interrompere la "discesa-ascesa" di Jordan. Si lanciò verso di lei, afferrandola e trascinandola sul tetto. La cosa mi lasciò interdetto. Non avevo pensato a quell'evenienza e avrei lasciato che Jordan prendesse quella decisione, ultima e plateale, di suo petto.

    CITAZIONE
    Shawn, accendi il motore e cerca di fare partire quell’affare! Dobbiamo andarcene da qui!

    Del resto però, non era colpa mia se l'aveva salvata, no? Feci un accordo morale con me stesso - l'ennesimo in cui venivo a patti con la coscienza, pur di un tornaconto personale - e decisi di non fare niente per impedire che Dan la salvasse. Del resto, ne sarei stato felice.
    Del resto, di lì a poco, avrei potuto ammazzare tutti quanti lo stesso e fregarmene, ridendoci sopra.

    Jamme quagliò! Salite di qua! dissi aprendo lo sportellone laterale. Era facile, mentre le pale ancora non giravano, entrare di lì con una ragazza recalcitrante.
    Tranquilli! L'ho visto fare mille volte al cinema e un'elicottero non è tanto diverso da una macchina eh!

    dissi un'enorme cazzata, piazzandomi sul sedile. Come in tutti i film, guarda in su e in giù, convinto di trovare le giuste levette da tirare. Magari una con scritto ACCENSIONE MOTORE e un'altra con scritto DECOLLO. Ma niente.

    C'erano mille levette. Pulsanti. Schermi. Cosi. L'unica familiare, era la cloche, ma solo perchè avevo giocato a qualche simulatore nella mia infanzia, niente di più. OH merda. pensai. Mi scappò una risata improvvisa
    Porca troia, non ci si capisce un cazzo qui.. ma che r'è.. chist..

    Quando all'improvviso, sentii un rumore profondo. Familiare anchesso. Dalla tromba delle scale, stava sopraggiungendo qualcosa. Tanto qualcosa. Oh cazzo.. dissi, armeggiando furiosamente con TUTTO. Premetti, pigiai, mossi, picchiettai, senza sapere se poi Dan ce l'avesse fatta o meno a convincere Jordan a salire. Quacosa udii, ma ero perso nel mio mondo fatto di COSI senza senso, per afferrare qualcosa.

    Poi, qualcosa si mosse. Si accesero tutte le spie, ci fu un click-clak-bzz vario, dei lampeggiamenti e poi tutto si fermò. La scritta START lampeggià in controluce, animata da un led alle sue spalle, che altrimenti la rendeva invisibile.
    Ci sarà stata sufficiente benzina areonautica? Batteria? Come cazzo funzionava un'elicottero?

    START. Premuto.

    L'elicottero vibrò, sussultò e poi le pale presero a girare. Lentamente, dapprima, poi sempre più veloci.
    Flap.
    Flap.
    Flap Flap.

    E i morti fecero capolino, attratti infine da quel rumore.
    TRANQUILLI! In tutti i film, quando si avvicinano, le pale staccano le teste a quelli che camminano ritti come loro!!
    gridai nell'abitacolo già molto rumoroso, suggerendo che saremmo stati salvi.

    E mo' come cazz'o spost stu coso??


    Pensai ridacchiando follemente, con in mano la Cloche e nell'altra una sorta di scatola con scritto COLLECTIVE.
    ECCO! VISTO! che vi dicevo! E' come guidare una macchina, ci sono pure i pedali!!

    Dissi osservando i due pedali in fondo alla mia seduta, che parevano tanto GAS e FRENO.

    Ma a che cazzo servissero, lo avremmo scoperto solo VOLANDO.


    Code role © Akicch; Restyling by TheIronMaiden - Want it? Get it
     
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